Cinque arresti domiciliari, un obbligo di dimora e 13 avvisi di garanzia: questi i risultati della “Redde rationem”, l’operazione condotta dai carabinieri nei confronti di imprenditori ed ex amministratori locali de L’Aquila nell’ambito degli appalti per la ricostruzione dopo il sisma del 6 aprile 2009. Si tratta di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, Procuratore Capo Fausto Cardella e dottoressa Antonietta Picardi.
Turbativa d’asta è una delle numerose accuse contestate agli indagati, tra i quali risultano imprenditori, ex politici e anche dipendenti pubblici. Tra le figure di spicco vi sarebbe il consigliere comunale di centrodestra Pierluigi Tancredi, già dimessosi dopo il sisma, e agli arresti domiciliari dal gennaio dello scorso anno dopo l’indagine della polizia denominata “Do ut des”, riguardante presunte irregolarità negli appalti per la ricostruzione post-sisma in riferimento al periodo di tempo che va dal 2009 al 2012.
“Le indagini sono state svolte da Ultimo, l’ufficiale dei carabinieri che arrestò Totò Riina”, ha spiegato il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Fausto Cardella, annunciando in una conferenza stampa la presenza di Sergio De Caprio nell’inchiesta “Redde rationem”, che come è stato spiegato, è collegata a a quella del 2014.