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Signa, nastro adesivo sul crocifisso: seggio nella bufera

Polemica accesa a Signa, in provincia di Firenze, dove le amministrative si sono risolte al ballottaggio fra i candidati Giampiero Fossi (centrosinistra) e Vincenzo De Franco (centordestra). Non è stata la politica, però, a tenere banco nei 17 seggi della cittadina ma un episodio accaduto in uno di loro. Una foto circolata su Facebook, infatti, ha immortalato come nel seggio in questione (un'aula scolastica), la dove era appeso un crocifisso, vi fossero due strisce di nastro adesivo poste giusto in modo da coprire uno dei simboli più importanti della religione cristiana. Un episodio che, naturalmente, ha scatenato un acceso dibattito, sia sul gesto in sé che sulle motivazioni che lo hanno supportato.

L'attacco

La presidente del seggio, dopo aver avanzato la questione e chiesto un parere in Prefettura, aveva deciso per la copertura, al fine di rispettare eventuali altre fedi religiose degli elettori e la laicità dello Stato. Motivazioni che, però, non sono bastate a evitare la polemica, tutt'altro: “Sono stato avvertito dalla nostra rappresentante di lista – ha scritto in un post su Facebook Filippo La Grassa, segretario della Lega della Piana fiorentina e autore della fotografia – e mi sono recato personalmente ad appurare la cosa e ho visto che in effetti il crocifisso era coperto. Credo che questo gesto, compiuto fra l’altro dalla presidente di seggio che è la moglie del candidato sindaco Pd Giampiero Fossi (che è stato eletto con oltre il 60% dei voti), sia grave perché offende la maggior parte dei signesi e degli italiani, è un voler discriminare la maggioranza. È vero la legge dà la possibilità di togliere i crocifissi dalle aule scolastiche in cui si effettua il voto e la polizia ci ha confermato che la presidente poteva farlo, ma trovo questa scelta di una incredibile miopia”.

La difesa

Il nastro adesivo è stato successivamente rimosso ma il dibattito si era già allargato a macchia d'olio, con alcune posizioni anche molto dure nei confronti della presidente di seggio e con alcuni esponenti leghisti a parlare di “follie elettorali toscane”. La difesa è arrivata dallo stesso candidato Fossi: “La trovo una polemica sterile. Io sono cattolico, apostolico romano come la mia famiglia, quei crocifissi li ho messi e addirittura pagati di tasca mia nel 2009 perché all’epoca mancavano diversi crocifissi nelle scuole. Il presidente di seggio poi è all’interno di un albo individuato dal prefetto ed è carica obbligatoria. Mia moglie dopo alcune segnalazioni anche degli anni scorsi ha applicato semplicemente la legge”.

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