La voce degli ultimi

martedƬ 5 Novembre 2024
20.1 C
CittĆ  del Vaticano

La voce degli ultimi

martedƬ 5 Novembre 2024

Sequestrati beni a un affiliato di ‘ndrangheta a Bologna

Le mani delle cosche arrivano in Emilia-Romagna. La Dia di Bologna, coadiuvata dai colleghi del Centro Operativo di Milano e della Sezione Operativa di Catanzaro, ha confiscato beni mobili ed immobili a Pasquale Brescia, 53enne originario di Crotone ma domiciliato a Reggio Emilia, detenuto presso la Casa di Reclusione di Parma. Nello specifico, in esecuzione dell’odierno provvedimento emesso dal Tribunale di Reggio Emilia, su proposta del Direttore della DIA, sono stati sottoposti a sequestro un appartamento nel comune di Milano e due terreni siti in Calabria, oltre a diversi rapporti finanziari per un valore complessivo stimato in oltre 500mila euro. Brescia, trasferitosi in Emilia Romagna dal 1989, ha da subito sviluppato cointeressenze in imprese edili ed immobiliari. Arrestato nel 2015 nell’ambito dell’operazione “Aemilia“, Ć© stato accusato di appartenere alla ‘ndrangheta operante nel territorio di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza, storicamente legata alla cosca egemone in Cutro, facente capo a Nicolino Grande Aracri. Per tali accuse nel 2018, scrive Agi, Ć© stato condannato con rito abbreviato a 16 anni di reclusione per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, in quanto – spiegano gli inquirenti – “imprenditore intraneo” alla citata organizzazione e collaboratore diretto dei boss. Sempre nel 2018, Ć© stato anche condannato, con rito ordinario, a 6 anni e 9 mesi di reclusione per aver intestato fittiziamente alla moglie la societĆ  Antichi Sapori S.r.l. al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione.

Aemilia

l’operazione Aemilia, fatta dalla Dda di Bologna nel giugno del 2018, ha colpito una delle famiglie piĆ¹ potenti della ‘NdranghetaĀ inĀ Emilia Romagna. I carabinieri del reparto operativo di Modena, in collaborazione con i colleghi di Crotone, hanno eseguito un sequestroĀ di beni del valore di 8 milioni di euro nei confronti diĀ Carmine Sarcone ā€“Ā ritenuto dagli inquirenti il reggente della Cosca emiliana ā€“Ā e dei suoiĀ fratelli Nicolino, Gianluigi e Giuseppe Grande. Carmine era stato arrestato a Cutro il 23 gennaio del 2918 per associazione di tipo mafioso in quanto considerato elemento di vertice dell’associazione ‘ndranghetistica emiliana collegata alla cosca Grande AracriĀ di Cutro. Le successive indagini, dirette dal Procuratore Distrettuale Giuseppe Amato e dai sostituti procuratori Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, hanno poi consentito di far emergere la capacitĆ  del clan di realizzare una pervasiva infiltrazione nel tessuto economico nazionale ed estero grazie a societĆ  edili ed immobiliari. Coinvolte aziende operative in Italia, ma anche in Romania e Bulgaria.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario