Le acque reflue provenienti dalla rete fognaria del Comune di Capua (in provincia di Caserta) finivano direttamente nel fiume Volturno invece di andare al depuratore. Lo ha accertato l'indagine dei carabinieri della Compagnia di Capua, coordinati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere avviata nei giorni scorsi. Il 22 novembre, infatti, i militari – in esecuzione di un decreto d’urgenza emesso dal pm – avevano sequestrato in via preventiva 10 impianti di sollevamento delle acque reflue e meteoriche asserviti alla rete fognaria e idrica del comune di Capua.
Valori alterati
Le indagini erano partite mesi fa, dopo che l'Arpac aveva effettuato campionamenti delle acque del fiume Volturno, in corrispondenza dello sfioratoio di piena dell’impianto di sollevamento che si trova nel borgo Santella di Capua. Le analisi avevano evidenziato una chiara alterazione dei valori, provocata dall'inquinamento delle acque, nonchè l'assenza di manutenzione dell'impianto il quale, invece di ripulire, sversava le acque reflue direttamente nel Volturno.
Avviso di garanzia a due funzionari dell'ufficio tecnico comunale, il responsabile della ditta cui erano stati affidati i lavori di manutenzione degli impianti e gli ex sindaci Carmine Antropoli ed Eduardo Centore, ultimo primo cittadino dimessosi qualche mese fa. Indagati, a vario titolo, per i reati di disastro ambientale, sversamento liquidi nocivi ed immissione in acque superficiali di rifiuti incontrollati.
Il Volturno è il più lungo fiume dell'Italia meridionale, con una lunghezza di 175 km e un bacino esteso per 5.550 km², e il principale per portata. Nasce in Molise presso Rocchetta a Volturno, in provincia di Isernia, e attraversa la provincia di Caserta, in Campania, sfociando nel Mar Tirreno presso Castel Volturno.