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SCANDALO GRANDI OPERE: NIENTE DOMICILIARI, INCALZA RESTA IN CARCERE

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Niente arresti domiciliari: confermata la custodia cautelare in carcere per Ercole Incalza. La decisione è stata presa dal gip del Tribunale di Firenze che ha respinto la richiesta di una revisione della misura cautelare avanzata dai legali dell’ex dirigente della struttura di missione del ministero delle Infrastrutture durante l’interrogatorio di garanzia. Incalza è stato arrestato il 16 marzo scorso nell’ambito dell’indagine sulla corruzione per gli appalti nelle Grandi Opere. Si tratta dello stesso scandalo che ha visto coinvolto l’ingegner Stefano Perotti. Episodio, quest’ultimo, che ha portato alle dimissioni di Maurizio Lupi per motivi di opportunità politica.

Sulla decisione del giudice toscano sono intervenuti i difensori di Incalza, considerato dagli inquirenti il dominus del sistema corruttivo. “Abbiamo letto l’ordinanza del gip: la rispettiamo ma non la condividiamo”, hanno dichiarato gli avvocati Titta e Nicola Madia. Secondo i legali l’ex dirigente avrebbe “chiarito tutto durante il suo interrogatori. Peraltro dalla stessa ordinanza relativa all’ordinanza di custodia cautelare si comprendeva l’assoluta insussistenza di qualsiasi ipotesi di reato, dato che non si indica in quali dazioni di denaro sarebbe consistita la corruzione”. I due Madia ritengono, fra l’altro, che “per una persona di 70 anni la detenzione in carcere appare non giustificata. Lo stesso codice prevede che persone di questa età debbano essere ristrette in carcere solo per casi eccezionali. Comunque restiamo fiduciosi: prima o poi le ragioni di Incalza si affermeranno”.

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