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San Donato, la madre: “Aljica ha picchiato anche me”

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Ho provato a fermarlo, ma non ci sono riuscita: ha picchiato anche me”. Sono le agghiaccianti parole che Silvjia Zahirovic, madre del bambino di due anni trovato morto a Milano. E ancora: “Quando mio marito fuma va fuori di testa, perde il controllo”. Un fatto di sangue che sta sconvolgendo l'intero Paese, dato che il piccolo è stato trovato dagli investigatori con il corpo pieno di lividi e i piedi bruciati. Nelle ultime ore sono emerse anche le risultanze dell'interrogatorio di Aljica Hrustic, 25 anni, di origini croate, arrestato per avere ucciso suo figlio Mehmed di 2 anni e 5 mesi. Infatti l'accusato, di fronte gli inquirenti, ha confessato: “Quando sono tornato a casa ho provato a dormire, ma non riuscivo perché lui si lamentava continuamente, allora mi sono alzato e gli ho dato dei pugni, forse anche dei calci”. Inoltre: “Poi sono uscito, ma non pensavo che stava morendo, sono uscito in macchina e poi dopo… ho chiamato i soccorsi”. 

Il contesto della tragedia di San Donato

Sull'ennesimo fatto di sangue italiano, però, stanno emergendo anche altri particolari. Perché oltre alla violenza quotidiana nei confronti della compagna e del figlio, Aljica Hrustic sarebbe stato a detta della convivente un accanito fumatore di sostanze stupefacenti: in particolare hashish. Che come conseguenza lo avrebbe fomentato ogni volta che ne faceva uso. Dunque droga e violenza come sfondo dell'omicidio del piccolo Mehmed. 

La ricostruzione del fatto

Agli inquirenti non è ancora chiaro se al momento dell'ucciosione il bambino fosse sveglio o meno. Fatto sta Hrustic dopo averlo pestato con violenza, nonstante le resistenze della moglie, ha preso le altre due figlie ed è uscito da casa. Poi ha chiamato le forze dell'ordine, dicendo: “Venite subito, mio figlio non respira bene“. Quando investigatori e sanitari sono giunti sul posto non c'era più niente da fare: il bimbo era senza vita e con i piedi fasciati, per coprire le burciature fatte, forse, dal padre a colpi di acendino.  

Giuseppe China: