“Inequivoco e incontestato è il fatto che Ruby ricevesse soldi da Berlusconi, prima in corrispettivo delle prestazioni ottenute, poi per comperare il suo silenzio”. Sono queste le motivazioni con cui i giudici della corte d’Appello di Milano hanno condannato Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti nel processo collegato a quello che visto la condanna in primo grado e l’assoluzione in secondo grado del Leader di Forza Italia.
Per i giudici non c’è dubbio, Ruby – il vero nome è Karima al Marough – si prostituiva e inoltre, “quello imperniato sulle serate ad Arcore e sui rapporti tra giovani donne e Silvio Berlusconi era un sistema prostitutivo, contrassegnato dalla corrispettività della dazione di denaro o altra utilità rispetto alla prestazione sessuale”. Ma sebbene secondo i giudici Emilio Fede fosse a conoscenza della minore età di Ruby, non si ha la prova concreta di questa certezza, per questo è stato assolto dal reato di favoreggiamento della prostituzione minorile.
Nicole Minetti invece, secondo la Corte, seppur partecipava alle serate, non “era sullo stesso piano delle altre ragazze, in quanto non necessariamente pretendeva o si aspettava una ricompensa”. La consigliera regionale della Lombardia, si sarebbe occupata di gestire gli appartamenti che venivano affittati alle ragazze e fu sempre lei a “recuperare” Ruby la notte del fermo, ma su incarico di Silvio Berlusconi. Inoltre per i giudici della Corte d’Appello, la al Marough ha prima ricevuto “soldi da Berlusconi, prima in corrispettivo delle prestazioni ottenute, poi per comperare il suo silenzio”.
Lele Mora invece era stato condannato a 6 anni e un mese, pena nella quale era anche la “continuazione”del reato di bancarotta per il fallimento della sua Lm Management e per il quale ha patteggiato 4 anni e tre mesi nel 2011. anche nel processo a carico di Berlusconi, la Corte aveva riconosciuto che ci fosse un “effettivo svolgimento di atti di natura sessuale”, ma il leader di Forza Italia in quel processo era accusato di sfruttamento della prostituzione minorile, però i giudici non hanno ritenuto raggiunto la prova che Berlusconi fosse a conoscenza della minore età delle ragazze, e quindi fu assolto.