Otto arresti, 20 perquisizioni nei confronti degli indagati e in sede legali di alcune società nella provincia di Roma. Questo è il bilancio dell’operazione condotta nella Capitale dopo due anni di infagini, dalla polizia di Stato che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di otto esponenti del clan malavitoso dei Casamonica, attivo a Roma con ramificazioni nei territori di Nettuno, Genzano, Lanuvio e Cerveteri. La Squadra mobile e il commissariato Vescovio hanno documentato lo spessore criminale dell’organizzazione che, secondo gli inquirenti, in pochissimo tempo ha soggiogato alla sua volontà noti imprenditori commerciali della capitale in un vorticoso giro di prestiti usurai con interessi elevatissimi, fino al 76mila per cento.
Un imprenditore romano, a fronte di un prestito iniziale di 20 mila euro del 2007, ne ha restituiti complessivamente circa un milione e ottocentomila in sei anni. Le indagini sono partite a giugno del 2013 in seguito alla denuncia di un consulente immobiliare che ha raccontato di essere stato vittima di un’estorsione e di minacce telefoniche di morte da parte di una persona che si era presentata come membro della famiglia Casamonica e che lo aveva costretto a pagare mille euro per avere la “protezione”.
Gli investigatori sono risaliti così ad un imprenditore che ha diversi negozi di oggetti per la casa nella capitale. E’ stato accertato che i prestiti venivano concessi anche attraverso la vendita di macchine, orologi e gioielli della vittima a commercianti compiacenti o che l’imprenditore veniva costretto ad acquistare a sua volta oggetti dai Casamonica pagandoli ad un prezzo superiore rispetto al reale valore. Laddove le scadenze non venivano rispettate alla vittima venivano applicate delle “multe”, ossia ulteriori interessi al prestito iniziale. L’imprenditore sarebbe stato anche vittima di minacce. Dalle indagini emerge inoltre che anche alcune donne della famiglia avevano un ruolo per far rientrare il denaro prestato, pretendendo che la vittima consegnasse lampadari ed altri oggetti di arredamento dai propri negozi. A finire in manette, tra gli otto arresati, ci sono Consilio Casamonica detto “Tony il meraviglioso” e i figli Enrico e Antonio.