E'trascorsa una settimana dal devastante incendio che ha ridotto in fumo praticamente tutto il perimetro del Museo nazionale di Rio de Janeiro, arrecando un danno incalcolabile al patrimonio storico del Brasile. Il 4 settembre scorso, quello che probabilmente è stato un corto circuito ha generato un rogo di proporzioni colossali che, in poche ore, ha bruciato i saloni della struttura incenerendo quasi il 90% dei reperti presenti all'interno, molti dei quali di valore inestimabile (come lo scheletro Luzia, una donna risalente a circa 11mila anni fa). Nonostante sulle cause sia ancora aperta un'indagine, è probabile che il corto sia stato provocato dall'usura dell'impianto elettrico, ritenuto inadeguato dai Vigili del fuoco. Una notizia che aveva scatenato enormi proteste in Brasile.
L'intervento dell'Unesco
Ora, a sette giorni di distanza, saranno avviate le procedure di contenimento per mantenere la struttura sicura e preservare i resti del museo. Un'operazione che verrà messa in atto sotto la supervisione dei tecnici dell'Unesco, come riportato dall'agenzia brasiliana Agencia Brasil e, successivamente, confermato dalla vicedirettrice del Museo, Cristina Serejo. Per i lavori di rimozione delle macerie, il rettore dell'Università federale di Rio ha riferito come l'Organizzazione abbia messo a disopsizione numerosi tecnici specializzati nella rimozione dei resti, i quali hanno operato in situazioni quali tsunami e disastri simili. Il primo passo, arà il posizionamento delle recinzioni e l'apposizione di sostegni per far reggere la struttura, mentre i tecnici cercheranno fra i resti dei saloni eventuali reperti sopravvissuti alla catastrofe.
Doppia operazione
Come spiegato ancora da Cristina Serejo, anche i curatori dell'Istituto dei musei (Ibram) e dell'Istituto del patrimonio storico e artistico nazionale (Iphan) saranno operativi nel museo, confermando inoltre la doppia operazione di consolidamento della struttura e di ricerca di ciò che si è salvato, per un supporto di circa 10 milioni di reais (in euro 2,1 milioni) che dovrebbero essere messi a disposizione dal Ministero della Pubblica istruzione. Non si sa se qualcosa (e quanto) sia riuscita a sfuggire alle fiamme. Fatto sta che, comunque andrà a finire l'operazione, il patrimonio andato in fumo sarà sempre enorme e resterà una perdita incalcolabile con la quale il governo uscente brasiliano (ma anche quello entrante) dovrà fare i conti.