Questa mattina, dalle prime ore dell'alba, la polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quindici persone – di cui 8 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 3 con l’obbligo di dimora nel comune di residenza – ritenute responsabili, a vario titolo, di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, attività di gestione dei rifiuti non autorizzata nonché intestazione fittizia di beni. L'operazione ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale dedito allo stoccaggio e al traffico illecito di rifiuti in diverse regioni.
Il rogo
Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Dda di Milano, sono partite dall'incendio del capannone della “Ipb” in via Chiasserini 104, nel capoluogo lombardo, avvenuto lo scorso 14 ottobre. Durante quell'incendio dal sito di stoccaggio si sollevò una colonna di fumo nera visibile da chilometri, e per circa 15 giorni l'aria fu irrespirabile sia nella zona limitrofa sia, a causa del vento, molto più lontano, con i miasmi che arrivarono fino al centro città.
A bruciare, come spiegato da Arpa, furono 16 mila metri cubi di rifiuti urbani misti, compresi plastica e legno. Il comune di Milano e Arpa avevano raccomandato ai cittadini residenti nella zona dell'incendio di tenere chiuse le finestre e di evitare di consumare frutta e verdura prodotte in loco a causa della pericolosità della diossina.