Il contrasto fra l'immagine di una bambina sorridente in costume da Wonder Woman che incrocia le braccia come la supereroina dei fumetti e le vignette che ritraggono l'uomo delle istituzioni con le mani insaguinate è forte. Si trova tutto in Rete. Lei è Agatha Vitoria Sales Felix, e aveva otto anni quando è morta, la notte di venerdì 20 settembre in una favela di Rio de Janeiro dopo essere stata raggiunta da un colpo di pistola esploso da un poliziotto. Lui è Wilson Witzel, il governatore dello stato di Rio criticato per le sue posizioni molto dure sulla sicurezza, ed è ritenuto dalla popolazione della baraccopoli il responsabile morale della morte della piccola. Per due giorni, sabato 21 e domenica 22 settembre, si sono tenute nella favela cortei contro di lui e contro la brutalià della polizia brasiliana.
La morte
Venerdì scorso Agatha era insieme alla madre Vanessa, scrive il quotidiano britannico Guardian, a bordo di un furgoncino che funge da servizio di trasporto pubblico nelle aree più disagiate della città e stava rientrando a Complexo do Alemao, una delle favelas più povere della metropoli sudamericana. Viene raggiunta da un proiettile vagante esploso da un agente di polizia che la ferisce alla schiena e muore più tardi in ospedale. Sulla dinamica dei fatti esistono due versioni discordanti ed è stata aperta un'inchiesta. Secondo le autorità, il veicolo si sarebbe trovato a passare durante un conflitto a fuoco tra la polizia e i componenti di un gruppo criminale e accidentalmente la piccola sarebbe stata raggiunta dal colpo. Ma la madre della bambina e diversi residenti hanno smentito questa versione e raccontato che – riporta sempre il giornale inglese – non c'è stata una risposta al fuoco, ma un funzionario di polizia avrebbe sparato a due uomini in sella a una motocicletta, ferendo invece la bambina. Per due giorni, durante l'intero finesettimana, i residenti di Complexo do Alemao sono scesi in strada a manifestare contro quelle che ritengono politiche troppo repressive da parte del governatore. Sugli striscioni c'era scritto “Smettela di ucciderci!”, sui social erano virali le vignette che rappresentavano Witzel con la bocca e la mani grondanti sangue e l'hashtag #aculpadowitzel era trending topic nel paese.
Criminali come terroristi
Con la morte di Agatha, sale a cinque il numero di bambini morti per colpa della polizia brasiliana. Secondo fonti della polizia, nei primi otto mesi del 2019, da quando Witzel è in carica, il tasso di omicidi in Brasile è sceso del 21% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ma le uccisioni da parte dei poliziotti sarebbero aumentate del 16%. Per molti politici dell'opposizione, attivisti e parte dell'opinione pubblica, le posizioni e le dichiarazioni espresse dal governatore Witzel hanno diffuso un senso di “licenza di uccidere” tra gli agenti. A luglio, in un incontro con la stampa estera, l'avvocato vicino al capo dello Stato Jair Bolsonaro avrebbe paragonato i narcotrafficanti ai terroristi e riassunto così la sua idea di lotta al crimine: “Nessuno vuole uccidere i banditi. Vogliamo arrestarli, ma devono sapere che agiremo con fermezza. Quando arriviamo o si arrendono o muoiono”. Mettendo così a rischio vite innocenti.