Ignazio Scaravilli è libero, è atterrato a Ciampino nella tarda serata di ieri. Il medico catanese è “stato trattato molto bene dalle autorità” di Tripoli nel periodo di tempo, dopo la sua liberazione, “necessario per le procedure di carattere amministrativo e le indagini in corso”. Lo ha riferito il capo dell’Unità di crisi della Farnesina Claudio Tafuri, appena atterrato in aeroporto insieme a Scaravilli, aggiungendo che anche nel periodo precedente “non ha subito particolari violenze, compatibilmente con la situazione, i momenti di difficoltà come prigioniero e il peso psicologico che questo comporta”.
Scaravilli, rapito in Libia lo scorso 6 gennaio da un gruppo di jihadisti, era stato liberato il 9 giugno, ma era stato trattenuto dalle autorità della capitale libica dove è al potere un governo filo-islamico non riconosciuto dalla comunità internazionale. Il governo legittimo, invece, resta insediato nell’estrema Cirenaica. “Ha appena lasciato il Paese su un volo speciale”, aveva assicurato ieri sera verso le 19:30 Jamal Zubia, direttore del Dipartimento media stranieri dell’esecutivo. Sul rilascio di Scaravilli sono stati forniti pochi dettagli, si sa solo che alla sua liberazione hanno contribuito le forze di sicurezza di Tripoli. Sempre da fonti libiche si era appreso che Scaravilli si trovava presso gli uffici delle autorità di Tripoli “per gli adempimenti di rito”. Non sono ancora chiare le ragioni che hanno poi ritardato la sua consegna alle autorità italiane. La Farnesina ha espresso apprezzamento e soddisfazione per il positivo esito della vicenda.