I Carabinieri del Ros hanno eseguito a Finale Ligure (Savona), Cassano d’Adda (Milano) e Torino tre fermi emessi dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo di Genova nei confronti di altrettanti indagati, di cui due di nazionalità egiziana e uno algerina. I fermati sono ritenute responsabili di associazione con finalità di terrorismo internazionale. Un quarto destinatario dei provvedimenti, attualmente è irreperibile all’estero. Le indagini hanno individuato un gruppo egiziano che sul web diffondeva materiale jihadista. Chiaramnte con l’intento di fare proseliti, disposti a immolarsi per il Califfo.
I foreign fighters
Il fenomeno dei foreing fighters è nato e si è sviluppato dapprima in Francia e in Inghilterra, coinvolgendo rapidamente i figli di quarte e terze generazioni di immigrati musulmani, tradizionalmente presenti nei due Paesi. Come suggerisce il nome, che si può tradurre con “combattenti stranieri”, non sono altro che militanti europei (o ad ogni modo occidentali) che combattono all’estero tra le fila di milizie che utilizzano metodi terroristici in conflitti non convenzionali, come in Siria.
I numeri
Per il Ministero dell’Interno, 87 foreign fighters sono partiti dall’Italia tra gennaio 2011 e la fine di ottobre 2015; 57 si troverebbero tuttora in zona di guerra e 18 sono morti. Almeno 15 si sono uniti all’Is, due a Jabhat al Nusra e sette ad altre forze dell’opposizione. Del totale, solo 12 hanno o avevano passaporto italiano. Degli 87 i foreign fighters passati dall’Italia, infatti, 6 sono con nazionalità italiana, altri 6 con doppia nazionalità.