La Procura di Ravenna, e in particolar modo la dottoressa Cristina D’Aniello e il procuratore capo Alessandro Mancini, ha sequestrato preventivamente la Bunge spa, colosso industriale specializzato nella trasformazione dei semi e con sede legale a Porto Corsini, nell’area del polo chimico ravennate. L’accusa è di “Emanazione nell’ambiente di vapori residuati dei processi industriali di trasformazione e di lavorazione di semi oleosi ed oli vegetali e prodotti derivati”.
Da mesi i residenti della vicina frazione di Marina di Ravenna e Porto Corsini, costituitesi in un comitato locale per la “salvaguardia dell’aria” formato da circa 700 persone, lamentavano cattivi odori a cui erano associati malessere, nausea e vomito. Il sequestro è stato eseguito ieri mattina dai carabinieri del nucleo investigativo di Ravenna e del N.O.E. di Bologna. Secondo le prime verifiche scattate dopo alcuni articoli di stampa e coordinate dai Pm Mancini e D’Aniello, la causa dei cattivi odori potrebbe essere inquadrata nella lavorazione di semi oleosi di soia con conseguente emanazione di gas maleodoranti.
Due amministratori della Bunge spa risultano ora indagati per il “getto pericoloso di cose in continuazione”, un reato dell’art. 674 del codice penale che recita: “Chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a euro 206”.