Il branco ha colpito per l’ennesima volta. Un giorno, poi un altro, e poi ancora. Stavolta senza arrivare alla violenza fisica, ma con la prepotenza, lo scherno, la cattiveria. Avevano preso di mira una 14enne che ogni mattina prendeva l’autobus che dal paese la portava a Verona;e non solo lei. Anche gli altri passeggeri erano vittime dei bulletti di turno. Finoa che, anche se soltanto adolescente, la ragazzina un giorno ha alzato la testa per protestare, davanti a tutti, incurante di essere piccola e sola contro sei avversari.
Il gruppo di giovani si è vendicato ingiuriandola e aggredendola, tanto da provocarle contusioni guaribili in 10 giorni. Ma alla fine l’episodio è servito per far diventare quello stillicidio un “caso”: sulla gang dei bulli ora stanno indagando i carabinieri, che hanno denunciato in stato di libertà per lesioni aggravate e ingiuria sei ragazzi tra i 14 e i 19 anni, tutti studenti delle superiori.
Oltre al plauso per il coraggio mostrato da questa piccola “eroina”, viene da chiedersi: ma dov’erano gli altri passeggeri? Perché nessuno si è mai ribellato? Perché la bambina non è stata difesa? In questo mondo dove l’indifferenza ormai va a braccetto con la paura, la pavidità, la testimonianza di questa giovane va oltre il fatto in sé. Rappresenta la speranza che le nuove generazioni possano contenere, in una mare di ignoranza, germi positivi di carattere e volontà. Al nostro mondo futuro serviranno molto…
