Sei persone sono morte e almeno 5 sono rimaste ferite ad Haiti – repubblica situata sull'isola di Hispaniola, nel Mar dei Caraibi – durante alcune dimostrazioni in varie parti del Paese contro le malversazioni avvenute nell'ambito di un programma venezuelano che forniva al Paese petrolio in sovvenzione. Un'indagine del Senato haitiano aveva fatto emergere nei giorni scorsi vari episodi di corruzione a carico di almeno 14 ex esponenti dell'amministrazione dell'ex presidente Michel Martelly, ma nessuno di loro è stato rinviato a giudizio.
Da qui, le proteste di piazza, sfociate in violenza. Migliaia di haitiani hanno marciato verso il Palazzo nazionale della capitale Port-au-Prince sollecitando una indagine sui 3,8 miliardi di dollari ricevuti da Haiti nell'ambito del programma regionale Petrocaribe. Gli scontri con la polizia sono scoppiati dopo che i manifestanti hanno inscenato blocchi stradali e roghi di penumatici. Altri scontri si sarebbero verificati in altre città. Il presidente Jovenel Moise ha fatto appello al dialogo con i gruppi di opposizione che chiedono le sue dimissioni per non aver saputo individuare i responsabili.
Il caro carburante
Lo scorso luglio 4 persone sono morte in alcuni scontri con la polizia avvenuti durante una protesta organizzata contro la decisione del presidente Moise di aumentare il prezzo del carburante. L’aumento del prezzo del carburante era stato deciso in accordo col Fondo Monetario Internazionale per aumentare i ricavi dello stato, il cui bilancio è in grosse difficoltà. Fino allo scorso luglio, il governo dell'ex colonia francese – colpito nel 2010 da un terribile terremoto magnitudo 7,0 Mw che uccise oltre 220mila persone – aveva finanziato il costo del carburante per tenere artificialmente bassi i prezzi.