Il processo sull’omicidio di Yara Gambirasio, che vede come imputato Massimo Bossetti, riprenderà il prossimo 11 settembre. I giudici di Bergamo hanno escluso dal procedimento la documentazione e le testimonianze riguardanti il marocchino Mohammed Fikri (inizialmente accusato del delitto e poi scagionato, ndr), ammessi invece tutti i testimoni – oltre 700 – chiesti dalla difesa. “Fortunatamente – spiega l’avvocato Claudio Salvagni – non sono stati ammessi come testi portati dall’accusa i presunti ‘amanti’ di Marita Comi”, la moglie di Bossetti. E un colpo di spugna “alla parte trash” avviene anche con “l’eliminazione delle produzioni dell’accusa sempre sull’argomento amanti”. La difesa esprime soddisfazione anche sull’eccezione che la perizia sul ‘boccaglio’ (usato per eseguire il test del Dna su Bossetti, ndr) non entri nel fascicolo del processo.
Dalla prossima udienza – il calendario fissato oggi prevede già una ventina di date – si dovrà affrontare uno dei temi importanti del procedimento: se vittima e presunto assassino si conoscessero. “Massimo Bossetti e Yara non si conoscevano, né si potevano conoscere: Yara era una ragazzina ingenua, immacolata e con la vita di una bambina. Se l’obiettivo dell’accusa è il contrario vogliamo sentircelo dire chiaramente”, hanno detto i legali. A partire da settembre sfileranno nell’aula – a cui non potranno accedere le telecamere – i primi testimoni dell’accusa, tra cui Maura Panarese, la mamma di Yara.