Una storia straziante quella di Prince Jerry, un giovane 25enne di origine nigeriana che, dopo essersi visto rifiutare il permesso di soggiorno per motivi umanitari, si è tolto la vita gettandosi sotto un treno. Una tragedia che ha sconvolto la comunità di Tortona, in provincia di Alessandria, dove il ragazzo si è ucciso, ma anche quella di Genova, dove aveva iniziato a costruire il proprio futuro nel nostro Paese. La notizia è stata diffusa da monsignor Giacomo Martino, responsabile della Migrantes del capoluogo ligure, dapprima con un messaggio nella chat privata dei propri parrocchiani e, successivamente, in un'intervista a Repubblica: “Mi hanno chiamato dicendomi che un ragazzo della mia comunità era stato trovato morto a Tortona, sui binari della ferrovia. Sono dovuto partire per il riconoscimento, è stata una cosa straziante”. Prince era arrivato in Italia due anni e mezzo fa, dopo aver conseguito una laurea in Nigeria, era riuscito a ottenere tre borse lavoro e a far parte dello staff di Auxilium, lavorando anche come accompagnatore a Sant'Egidio.
La storia di Prince
La tragica notizia della sua scomparsa era arrivata dopo che, come spiegato da monsignor Martino, “è impropriamente girato un mio post privato scritto ai membri più stretti della mia Comunità parrocchiale”. Inizialmente, ha scritto in un post su Facebook, “avevo scelto di non parlare di Prince Jerry per rispettare il dolore della sua morte e desolazione. Vi sono indagini giudiziarie che stanno stabilendo esattamente i fatti ed eventuali responsabilità. Non desidero in nessun modo che questo ragazzo e la sua triste storia vengano strumentalizzate per discorsi diversi da quelli di compassione per una vita stroncata e di un lungo sogno interrotto”. La vicenda di Prince, però, è arrivata sulle principali testate nazionali e la sua scomparsa è diventatata un motivo di profonda riflessione, oltre che di presa di coscienza, su quanto il dramma delle migrazioni possa avere ripercussioni su chi affronta il viaggio anche dopo essere approdato in Europa: “Aveva fatto richiesta di asilo politico – ha detto ancora il sacerdote a Repubblica -, ma non era stata accolta e lo aveva saputo alla metà di dicembre, il 17 per la precisione. E non rientrava in quello status, non più previsto dalle norme, che prima garantivano il permesso umanitario. Per noi è una tragedia sconvolgente la perdita di questo ragazzo”.
I funerali di Prince Jerry verranno celebrati dallo stesso monsignor Martino, nella Nunziata di Genova: “Poi lo porteremo a Coronata e lo seppelliremo lassù, pregando per lui per la sua famiglia”.