Continua a scorrere il sangue dei cristiani in Egitto. Ieri un prete copto, padre Samaan Shehata, è stato ucciso a coltellate nel quartiere di El-Marg, alla periferia settentrionale del Cairo.
Il fatto
Il sacerdote, che svolgeva il suo ministero nell'Alto Egitto ed era nella capitale di passaggio, si trovava insieme a un altro prete. Erano appena scesi da un'autovettura, quando hanno trovato ad aspettarli un uomo che ha estratto un grosso coltello colpendo padre Shehata alla testa e lasciandolo senza vita a terra sulla strada. Ferito anche l'altro prete copto.
L'aggressore è fuggito, ma sarebbe stato fermato dalle forze di sicurezza egiziane. Sono in corso le indagini, il sospetto è che si tratti di un omicidio di matrice fondamentalista islamica.
Egitto: cristiani nel mirino
I cristiani in Egitto continuano ad essere nel mirino. L'11 dicembre 2016 un attentato alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo nel quartiere di Abbassiya, al Cairo, ha provocato venticinque morti tra i fedeli che affollavano la celebrazione domenicale. Il sangue dei cristiani ha continuato a bagnare il suolo egiziano nei mesi successivi: la domenica delle Palme a Tanta ed Alessandria e quella di maggio contro un convoglio di pellegrini diretti ad un monastero nei pressi di Minya.
Non mancano, inoltre, gli omicidi di singoli laici o sacerdoti copti. In dieci giorni, nel gennaio scorso, sono stati uccisi in zone diverse del Paese quattro cristiani. E ancora a febbraio, nel Sinai settentrionale, quasi millecinquecento copti, ovvero quasi la totalità di quelli che vivono in quella provincia, sono stati messi in fuga da un inasprimento della persecuzione da parte dei fondamentalisti islamici. Sono poi rientrati nelle loro case a fine marzo. Ma la situazione resta ad altissima tensione, come dimostra l'omicidio di ieri di padre Samaan Shehata.