Quando si arriva a mettere le mani addosso ai bambini, vuol dire che si è superato un qualche livello di guardia. Solo che stavolta non sono le mani, ma un piede. Pochi giorni fa a Cosenza un uomo, che portava il passeggino con dentro il figlio piccolo, ha dato un calcio a un bambino di circa tre anni colpendolo in pieno addome e scaraventandolo a terra a due metri di distanza. Poi è scappato. Di lì a poco sarebbe stato identificato dalle autorità come il fratello di un pentito di camorra e trasferito fuori dalla Calabria. Il ragazzino, ricoverato per accertamenti, fortunatamente sta bene.
Lo scatto violento
Tutto è successo verso le 19 di martedì sera in via Macallé, una delle vie del centro cittadino, nei pressi di una gelateria affollata. In molti hanno assisito, sgomenti, al gesto improvviso e violento dell'adulto contro il minore. Il sito d'informazione lacnews24.it riporta la testimonianza di una donna che era presente: “Non permetterti di avvicinarti ha esclamato” – l'uomo – “sono rimasta scioccata da quella violenza gratuita“. Ad assistere alla scena, anche la madre del bambino e i suoi due fratelli di 10 e 14 anni, tutti di origine nordafricana. La famiglia, che secondo i media locali vive in un centro dell'area urbana, è venuta in centro per una visita medica. L'attesa era lunga, così la donna ha concesso ai suoi tre figli di andare a prendere un gelato per ingannare il tempo. Quando uno di loro, dirigendosi verso la gelateria, è stato accanto al passeggino con dentro il neonato, l'uomo è scattato. Prima di scappare, oltre ad aver colpito lui avrebbe anche strattonato gli altri due bambini.
L'identificazione
L'uomo in questione sarebbe il fratello di un pentito di camorra, sotto protezione nel cosentino. Per non metterlo in pericolo, lo avrebbero immediatamente allontanato e trasferito insieme alla moglie in un'altra località protetta fuori dalla regione. I due coniugi sono stati denunciati entrambi per lesioni personali aggravate. Per risalire alla sua identità gli investigatori hanno raccolto diverse testimonianze dai presenti, rintracciati grazie alle riprese delle telecamere di sorveglianza nella zona. Decisiva poi per la conferma, quella dei fratelli del piccolo colpito. “I miei figli hanno visto quell'uomo vicino alla Questura e mi hanno detto che era quello che li aveva aggrediti”, ha raccontato la madre. “Allora io l'ho affrontato e gli ho chiesto perché”, ha continuato la donna. Per poi aggiungere di essere stata lei ad avvisare i poliziotti che era stato lui, quando ha visto che l'uomo stava per scappare di nuovo.
La vicinanza delle istituzioni
Il sindaco di Cosenza Mario Ricchiuto ha commentato l'accaduto portando la propria solidarietà alla piccola vittima e alla famiglia: “Esprimo tutta la mia vicinanza e quella dell'amministrazione comunale”. Poi condanna l'episodio: “Qualsiasi sia il motivo, se di natura razzista o di cieca follia, certamente si tratta di un gesto gravissimo. Non possiamo assolutamente tollerare l'odio inconsueto e cruento, specie quando la vittima è un bimbo piccolissimo”. E conclude: “Cosenza è storicamente una città di inclusione e accoglienza“.