In seguito al disastroso incendio che ha devastato Pedrogao Grande, in Portogallo, causando la morte di almeno 62 persone e 54 feriti, la procura di Figueirò dos Vinhos ha avviato una inchiesta che punta ad accertare le cause dell’incendio ed eventuali responsabilità nel disastro. Secondo la polizia giudiziaria di Lisbona, il rogo sarebbe stato innescato “cause naturali”, probabilmente un fulmine caduto su un albero secco. La procura supervisionerà anche le procedure di identificazione delle vittime del disastro, in diversi casi difficili per lo stato dei corpi, molti dei quali carbonizzati, “irriconoscibili, senza documenti e senza dita” ha precisato il procuratore Euclides Damaso.
La situazione resta preoccupante
Nel frattempo, il comandante delle operazioni, Elisio Olivaira, ha comunicato che l’evoluzione del violento e vastissimo incendio rimane preoccupante, con quattro fronti ancora attivi. La polizia giudiziaria prosegue nelle procedure di identificazione dei cadaveri, mentre nel paese sono iniziati i tre giorni di lutto nazionale. Le bandiere sono ovunque a mezz’asta. Le fiamme toccano ora oltre alla provincia di Leira anche quelle confinanti di Coimbra e Castelo Branco. E in tutto il paese questa mattina erano registrati sei grandi incendi, combattuti da 2200 uomini, 685 mezzi terrestri e sette aerei.
Aiuti da Italia, Spagna e Francia
Spagna, Francia e Italia hanno inviato in aiuto alle autorità portoghesi sei Canadair, il cui intervento è però complicato a Pedrogao dalla fitta nuvola di fumo che sovrasta la zona. I due Canadair CL 415 del Dipartimento dei Vigili del Fuoco italiano, Can 13 e Can 28, sono decollati da Ciampino diretti a Montreal. I velivoli, informa una nota, sono stati attivati da Bruxelles su richiesta del Governo portoghese nell’ambito del progetto europeo “Eu-Better Use of Forest Fire Extinguishing Resources by Italy”, d’intesa tra il capo dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e il capo dipartimento dei Vigili del fuoco, Bruno Frattasi.