Si riaccende la polemica sul presunto abuso di potere e dell’eccessiva violenza di cui la polizia Usa farebbe uso contro le minoranze. Questa volta ad attirare l’attenzione pubblica è il caso di un operaio messicano, Antonio Zambrano Montes, 35 anni e padre di due bambine, ucciso con colpi di arma da fuoco dalla polizia di Pasco, nello Stato di Washington. In realtà l’uomo sarebbe morto il 10 febbraio, ma fino ad ora nessuno ha voluto prendere posizione o rilasciare delle dichiarazioni in quanto l’esame dei medici legali non si è ancora concluso.
Secondo il racconto dei poliziotti, che lascia molti dubbi agli inquirenti, l’uomo stava lanciando sassi ad auto e camion di passaggio, quando le forze dell’ordine si sono avvicinate, l’uomo avrebbe scagliato delle pietre anche contro di loro. In un primo momento gli agenti sembra che siano intervenuti usando il taser – la pistola elettrica – ma l’operazione non è andata a buon fine, due di loro sono stati colpiti da dei sassi e hanno deciso di ricorrere alle armi da fuoco. In totale sono stati sparati 17 colpi, 5 dei quali hanno raggiunto dei punti vitali del messicano, causandone la morte.
A complicare la posizione degli agenti arriva anche un video amatoriale che avrebbe ripreso parte della scena. Nel filmato si vede l’uomo scappare dalla polizia, poi quando gli agenti gli arrivano vicino si ferma e si volta verso di loro. Ed è a questo punto che si sentono numerosi spari e si vede il messicano cadere a terra. La famiglia Zambrano-Montes ha dichiarato che si tratterebbe di “un’esecuzione” ed ha quindi deciso di avviare un’azione legale contro la polizia di Pasco ed ha chiesto 25 milioni di dollari come risarcimento.