Un incendio in piena notte ha destato il presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, richiamato dall’odore di fumo che stava ormai penetrando dentro la sua abitazione dopo che, alcuni ignoti, avevano appiccato il fuoco sulle due vetture di sua proprietà, parcheggiate nel cortile sottostante le finestre della casa. Un nuovo probabile messaggio di intimidazione quello lanciato dagli autori del rogo (sulla dolosità del quale non sembrano sussistere dubbi) al patron del club abruzzese, impegnato in un campionato difficile e, molto probabilmente, condannato alla retrocessione, specie dopo il 6 a 2 casalingo rimediato dalla Lazio. Sale, dunque, la tensione fra dirigenza e tifosi, i quali non hanno probabilmente perdonato le negative prestazioni della squadra arrivando, nei giorni scorsi, a inviare minacce e insulti a Sebastiani, fino alla distruzione delle sue auto, una smart e un suv.
Fiamme nella notte
Sulle cause dell’incendio sta indagando la Digos assieme alla Squadra volante di Pescara ma, secondo quanto riferito, i primi rilievi effettuati sul luogo avrebbero escluso incidenti o cause remote, attribuendo a mano umana la responsabilità di quanto accaduto. L’allarme è stato lanciato, attorno alle ore 3.30 di notte, da alcuni netturbini impegnati nelle operazioni di recupero dei rifiuti. Anche lo stesso presidente avrebbe telefonato al 113, dopo esser stato svegliato improvvisamente dalle esalazioni provenienti dalle fiammate sottostanti, ormai decisamente alte, così come un suo vicino di casa, più o meno alla stessa ora. Immediato l’intervento dei Vigili del fuoco, ai quali è servita oltre un’ora per domare il rogo e mettere in sicurezza il quadrante attorno all’edificio. Le Forze dell’ordine, nel frattempo, stanno esaminando i filmati delle telecamere a circuito chiuso presenti nella zona, cercando di identificare i responsabili.
Sebastiani: “Adesso basta”
Duro lo sfogo del numero uno del Pescara, il quale ha già annunciato, al quotidiano locale “Il Centro”, il suo ritiro dai vertici societari al termine della stagione: “Adesso basta. Sono indignato, a fine anno lascio la società”. Non è la prima intimidazione ricevuta da dirigenti e giocatori del Delfino: in occasione della cena di Natale, poco più di un mese fa, un blitz di alcuni ultrà nei pressi del locale aveva portato a una dura contestazione, con sputi, insulti e uno striscione con scritto “vergognatevi” indirizzato alla squadra. Ora un nuovo atto, certamente il più grave, che rispecchia l’ormai insostenibile clima di tensione che aleggia attorno ai biancazzurri.