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Perquisiti ufficio e casa della sua prof inglese

Potrebbe offrire nuovi scenari sul caso Regeni quanto avvenuto nelle scorse ore in Gran Bretagna. Gli inquirenti della Procura di Roma che indagano sulla morte del ricercatore hanno dato avvio a perquisizioni nell'ufficio e nell'abitazione della prof.ssa di Cambridge, Maha Abdel Rahman, tutor di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito, torturato e ucciso al Cairo nel febbraio del 2016.

Le indagini

Sarebbero stati acquisiti pc, pen-drive, hard disk e cellulare della donna. La perquisizione è stata effettuata dopo l'audizione della docente svolta dal pm Sergio Colaiocco affiancato dagli uomini del Ros e dello Sco e in collaborazione con le autorità del Regno Unito. “I supporti informatici e i documenti acquisiti – spiega una nota diffusa dalla Procura di Roma – saranno utili a fare definitiva chiarezza, in modo univoco ed oggettivo, sul ruolo della professoressa nei fatti di indagine“. La docente, si apprende, resta persona informata sui fatti.

Come richiesto nella rogatoria, la polizia locale sta inoltre procedendo all'ascolto degli studenti che, come Regeni, si sono recati per motivi di studio in Egitto tra il 2012 e il 2015. La prof. Rahman finora non ha mai fornito dettagli sulle persone che il ricercatore italiano avrebbe dovuto incontrare al Cairo né sulla documentazione da lui inviata.

La pista britannica dietro l'uccisione?

In molti, fin dalle ore subito successive al ritrovamento del corpo di Regeni, hanno chiesto di far luce sulla sua docente di Cambridge. “Io ve l'ho sempre detto che dietro l'uccisione di Giulio c'era la pista dei britannici“, ha dichiarato Abdallah, capo del sindacato autonomo degli ambulanti che ha denunciato Regeni alla National Security egiziana. “La prima volta che mi si presentò Giulio fece il nome della professoressa Abdel Rahman, nota oppositrice del Governo egiziano e sostenitrice dei Fratelli musulmani“. “Ho incontrato Giulio diverse volte e gli ho dato una mano a fare le sue ricerche ma quando è venuta fuori la storia dei soldi non me la sono sentita di continuare e quindi ho detto alla polizia ciò che pensavo”, ha continuato Abdallah.

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