Una tragedia familiare ha sconvolto un condominio di Via Signorini, nella periferia nord-est di Torino: un uomo, pensionato di 70 anni, ha ucciso sua moglie sparando contro di lei con una pistola, prima di uccidersi con la stessa arma. La donna, a quanto sembra, soffriva da almeno due anni del morbo di Alzheimer. Il marito, che deteneva regolarmente la sua arma, ha raccontato in una lettera, lasciata sul tavolo della cucina, le motivazioni del suo gesto: in quelle poche righe, il 70enne ha spiegato di non riuscire più ad affrontare il dolore e le difficoltà della vita, aumentate esponenzialmente con l'aggravarsi della malattia di sua moglie. Il dramma si è consumato in pochi minuti e, secondo quanto riferito, pare che nessuno all'interno del palazzo si sia accorto di nulla.
L'allarme
A dare l'allarme è stata una familiare (la coppia non aveva figli) la quale, non riuscendo a contattarli telefonicamente dopo averli sentiti per pochi minuti nel pomeriggio, aveva immediatamente avvisato le Forze dell'ordine: i Vigili del fuoco si sono recati nell'appartamento verso le ore 21.30 e, dopo aver forzato la porta, sono entrati nell'abitazione rinvenendo i corpi senza vita dei due coniugi. Sul posto sono giunti anche i sanitari del 118. Stando a quanto riportato, la donna uccisa era stata ospite in una residenza socio-assistenziale a poca distanza dalla sua casa e pare che fosse rientrata proprio durante la mattina. L'omicida-suicida, prima di togliersi la vita, ha ucciso anche il gatto che viveva con loro nell'abitazione.
Casi simili
Il 9 marzo scorso un caso molto simile era avvenuto a Torino: un 90enne ex partigiano, anch'egli residente nel capoluogo piemontese, aveva ucciso sua moglie: anche in questo caso, la donna era malata da tempo e, in passato, aveva gestito un negozio di dolciumi. Sempre una malattia ma a parti inverse, aveva spinto un uomo di 77 anni a uccidere sua madre ultracentenaria, questa volta a Rivoli: l'anziano aveva scoperto di avere un cancro al pancreas e, resosi conto di non poter più assisterla, aveva ucciso la donna prima di togliersi a sua volta la vita. Le motivazioni del suo gesto, come nel caso di Via Signorini, erano state espresse in una lettera.