Sembra essere definitivamente passata l'allerta meteo a Genova, tanto che uomini e mezzi hanno ripreso, dopo due giorni di sosta per maltempo, i lavori sul greto del torrente Polcevera, dove ancora giacciono gran parte dei resti della sezione centrale del Ponte Morandi, crollato il 14 agosto scorso portando con sé 43 vite. I 10 centimetri di acqua portati dalle piogge dei giorni scorsi hanno costretto i Vigili del fuoco a procedere con delle operazioni di messa in sicurezza delle zone di lavoro, mentre tecnici della Procura agiscono al loro fianco passando al vaglio tutte le macerie del viadotto, cercando elementi utili per l'indagine in corso. Il grosso delle operazioni, al momento, si concentrano sul lato est del viadotto, la zona rossa interdetta a chiunque per disposizione delle autorità. Non così, almeno nelle prossime ore, per il lato ovest del Ponte, dove potrebbe essere messa in atto una riperimetrazione per consentire alle aziende che si trovano in quella zona di riprendere l'attività lavorativa.
Incognita demolizione
Nel frattempo, coi lavori di rimozione ripresi grazie alla tregua concessa dal tempo atmosferico, prosegue anche la disputa sui tempi che occorreranno per abbattere ciò che resta del Ponte Morandi, considerando anche l'alta soglia di pericolosità dei due tronconi rimasti in piedi che, nei giorni scorsi, avevano dato più volte segnali di possibili ulteriori cedimenti. Il nodo riguarda in particolare i tempi che occorreranno per avviare i lavori di demolizione i quali, per il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi, dovranno iniziare non più tardi dei primi di settembre. Dall'altre parte, infatti, la Procura richiede i suoi tempi per ottenere dai resti del Ponte gli indizi per accertare le cause del crollo e dare una risposta a quanti hanno perso i propri cari nella catastrofe genovese. Il procuratore Cozzi ha spiegato che, a meno di imminenti rischi per l'incolumità pubblica, resta prioritaria la conservazione dei resti, necessaria per l'indagine in quanto “l'attività della procura non può essere condizionata dalla necessità del ripristino della viabilità”.