Mirko Vicini eraĀ un giovane di 30 anni, originario con la sua famiglia di Trefiumi, una frazione del comune di Monchio delle Corti dove si era diplomato frequentando l'Istituto Calvino. E, insieme alla sorella e ai suoi genitori, in quel paesino tornava spesso. Solo poco tempo fa, Mirko era stato assunto per pochi mesi in servizio presso l'isola ecologica della sede distaccata di Amiu, situata sulle sponde del torrente Polcevera e schiacciata dal Ponte Morandi, crollato in parte proprio su quei capannoni:Ā lƬ, fra quelle macerie, il giovane ĆØ stato ritrovato privo di vita, lāultimo disperso della catastrofe; insieme a Mirko c'era un suo collega, Bruno Casagrande, anche lui sepolto dalle macerie del Morandi.
Mirko era un giovaneĀ “molto intraprendente e determinato che aveva trovato – come si apprende dallāAnsa -per la seconda volta un lavoro stagionale all'Amiu. Segno che era piaciuto all'azienda. Alla vigilia di Ferragosto era di nuovo lƬ, in azienda, e con il collega stava muovendo i furgoni e l'autospurgo sotto il diluvio che martedƬ, dopo tanto sole, aveva deciso di squarciare la caldissima estate genovese. La pioggiaĀ rendeva tutto piĆ¹ difficile, toglieva visibilitĆ , inzuppava in un istante. Batteva forte sulla tettoia di ferro sistemata a protezione dai detriti del ponte e il rumore copriva quasi le parole”. Dopo il crollo del viadotto, sono state tante le speranze e le attese, a partire da quelle della mamma di Mirko, Paola che, subito dopo aver appresoĀ la notizia del disastro, si era precipitata accanto a quelle macerie, osservando il lavoro dei vigili con il cuore gonfio di dolore e di preghiera. E' stata lāattesa piĆ¹ lunga e commossa anche per i soccorritori che si sono presi cura di mamma Paola, la quale non si ĆØ mai voluta mai distaccare neanche per un attimo dalle rovine del ponte:Ā sempre lƬ, giorno e notte in un angolo a fissare quel cumulo di pietre.
I Vigili del fuocoĀ sono stati dei veri angeli custodi per mamma Paola, a cui hanno rivolto le piĆ¹ grandi attenzioni per sostenerla in questa grande disperazioneĀ cercando, finchĆ© possibile, di offrirle conforto eĀ consolazione.Ā Fino al momento piĆ¹ straziante, quando le hanno dovuto comunicare la tragica notizia della morte di suo figlio. Lei ĆØ scoppiata a piangere e si ĆØ alzata.Ā Per tutti questi giorni – come riportato dallāagenzia Ansa – era rimasta seduta in un angolo a piangere e a guardare le squadre dei Vigili del fuoco che con i cani si spostavano sui cumuli di macerie. Ogni tanto li fermava per chiedere se avevano sentito qualcosa. La sua casa ĆØ vicino al viadotto crollato ma ĆØ rimasta lƬ. Le hanno dato una coperta e una branda e lei non si ĆØ piĆ¹ mossa. Con il compagno Luciano erano stati fra i primi ad arrivare davanti ai pezzi del ponte collassato.Ā
Anche il Corriere della Sera ha raccontato questa storia cosƬ commovente, per la forza di questa mamma che non si ĆØ mai arresa fino allāultimo momento.Ā “La disperazione di Paola ĆØ la stessa di Graziano, suo ex marito e padre di Mirko – racconta il quotidiano -. Lāaltro giorno ĆØ venuto ai piedi del Morandi a parlare con i Vigili del fuoco. Pochi minuti per capire che non sarebbe stato nĆ© facile nĆ© veloce raggiungere il corpo di suo figlio. 'Grazie per il lavoro che fate', li ha salutati mentre se ne andava abbracciato alla sua attuale compagna. Aveva gli occhi lucidi e la testa bassa. 'CāĆØ mio figlio lĆ sotto', ha detto con un filo di voce ai giornalisti che lo hanno avvicinato. 'CāĆØ un pilastro grosso ed ĆØ lƬ, sotto le macerie. Lāhanno individuato ma adesso devono studiare come spostare tutto… Era un ragazzo giovane'”.Ā
Purtroppo non cāĆØ stato nulla da fare, nonostante la straordinaria professionalitĆ dei Vigili del Fuoco che hanno potuto restituire anche a questi genitori il loro giovane figlio ormai privo di vita, lāultimo disperso.Ā Quello spazio coperto di macerie, in questi lunghi giorni e notti, era diventato anche il luogo di una famiglia allargata, con mamma Paola, donna esemplare che ha allargato il cuore di tutti i vari soccorritori uniti in quellāunica esile speranza. Le cure e le premure, le attenzioni sincere hanno dato un poā di calore e di umanitĆ dinanzi a un dramma che, tuttora,Ā ci lascia increduli, sconvolti.Ā Ora mamma Paola, e tutti gli altri parenti di Mirko e delle altre 42 vittime possono solo ricordare i proprio cari e cercare di ricominciare perĀ rialzarsi con forza. E devono farlo anche per questi figli che gridano chiedendo giustizia e veritĆ .
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