Sarebbero in libertà otto dei dieci uomini che sarebbero stati processati per l’attacco dell’ottobre 2012 in Pakistan contro Malala Yousufzai. E il processo, con le condanne annunciate lo scorso aprile, sarebbe stato di fatto una farsa. Solo due imputati sono stati condannati, confermano fonti alla Bbc, dopo l’inchiesta del Daily Mirror secondo cui tra coloro che sono in libertà ci sarebbe la mente dell’attacco.
Alla fine dello scorso aprile dal Pakistan era arrivata la notizia della condanna a 25 anni di carcere per dieci imputati in relazione all’attacco: l’annuncio aveva colto di sorpresa molti perché nessuno era a conoscenza dell’apertura del processo, che si è tenuto a porte chiuse. Né le autorità hanno mai chiarito quando e dove siano stati effettuati gli arresti.
Ora – riporta la Bbc – il portavoce dell’Alta Commissione del Pakistan a Londra, Muneer Ahmed, sostiene che otto imputati siano stati assolti per mancanza di prove e parla di notizie riportate male, ad aprile, rivendicando la chiarezza della sentenza del tribunale. Secondo una fonte della sicurezza pakistana interpellata dalla Bbc, il processo si è tenuto in una struttura militare.
Saleem Marwat, capo della polizia nel distretto di Swat (dove venne sferrato l’attacco contro Malala), ha confermato – come riporta la stessa Bbc – che sono stati condannati solo due uomini dei dieci dei quali era stato annunciato l’arresto nel settembre 2014. Le autorità pakistane, sottolinea l’emittente, non hanno mai fatto nulla per chiarire gli eventuali malintesi e la “confusione”. Malala, che is è sempre battuta per difendere il diritto all’istruzione per le bambine, oggi ha 17 anni. E’ stata colpita nell’ottobre del 2012 in un attacco rivendicato dal movimento dei Talebani del Pakistan (Ttp) mentre tornava a casa da scuola nella zona di Mingora, nel nordovest del Paese. Uomini armati hanno aperto il fuoco contro di lei. La ragazzina, arrivata in Gran Bretagna per cure mediche, vive a Birmingham con la sua famiglia. E’ poi diventata simbolo della difesa dell’istruzione femminile nel mondo ed è stata insignita nel 2013 del Premio Sakharov e nel 2014, insieme all’indiano Kailash Satyarthi, del Premio Nobel per la Pace.