Una nuova tempesta tropicale, denominata Ophelia, si è sviluppata nell’Atlantico e ha incrementato la sua potenza, assumendo l’aspetto (e la forza) di un uragano di categoria 1. Un allarme consueto, specie negli ultimi mesi, particolarmente funestati da fenomeni atmosferici di violenta intensità che hanno colpito soprattutto la zona dei Caraibi. Stavolta, però, la depressione ha invertito la sua rotta, scegliendo di non seguire la via degli arcipelaghi del Centro America ma puntando direttamente sulle coste europee, in direzione nord-est. Un’allerta che riguarda, in particolar modo, le coste iberiche e quelle occidentali della Gran Bretagna, poste sulla linea di marcia di Ophelia.
La marcia di Ophelia
Quella in fase di accrescimento nell’Oceano Atlantico, attualmente a circa 1.195 chilometri a sud-ovest delle isole Azzorre, è la quindicesima tempesta della stagione atlantica di quest’anno, addirittura la decima che ha raggiunto l’aspetto di uragano. Al momento, i venti di Ophelia toccano all’incirca i 135 chilometri l’ora, viaggiando a una velocità di 5. Secondo quanto stabilito dagli esperti, nelle prossime ore potrebbe verificarsi un ulteriore rafforzamento, con conseguente estensione del fronte. Dovesse proseguire con questo “passo”, l’uragano potrebbe raggiungere le coste portoghesi nel week-end per poi spostarsi, entro lunedì prossimo, anche in Spagna e Gran Bretagna.
Rischio Azzorre e Gran Bretagna
A lanciare l’allarme nel Vecchio continente è stato il National hurricane center di Miami, il quale ha parlato di raffiche di vento in grado di toccare picchi ben superiori ai 110 chilometri orari in prossimità delle coste. Qualora Ophelia giungesse davvero in Europa, ci si troverebbe di fronte a un fenomeno non certo frequente al di qua dell’Atlantico: in Spagna, addirittura, è dal 1842 che non si ha a che fare con una tempesta tropicale, dal momento che l’uragano Vince, nel 2005, arrestò la sua corsa poco prima di impattare sulle coste iberiche. Le terre emerse più a rischio, fra quelle europee, sono proprio le isole Azzorre, poste sulla rotta del ciclone ma, non dovesse decrescere in potenza, l’uragano potrebbe investire l’Irlanda e addirittura la Scozia.Un’allerta di non poco conto e che, come spiegato anche dal Nhc, conferma quella in corso come una delle peggiori stagioni di uragani degli ultimi anni: settembre è stato il mese più intenso di sempre, con Irma a colpire la Florida e Maria a devastare Porto Rico.