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Open Arms, la nave militare spagnola in soccorso dei migranti

In soccorso dei migranti arriva l'Armada Invencible. Il governo spagnolo ha, infatti, deciso di inviare, presso l'isola di Lampedusa, la nave militare Audaz per recuperare e procedere al pronto soccorso dei migranti a bordo della nave battente bandiera spagnola Open Arms. L'annuncio è stato dato dal presidente del Governo di Spagna, Pedro Sánchez, che lo ha poi reso noto sul suo profiloTwitter.

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Alle ore 17 (ora locale), la nave militare è partita dalla base militare di Cádiz fornita di approvvigionamenti ed ausili sanitari, compreso personale medico e di supporto psicologico. Come riporta il quotidiano spagnolo El Paìs, la nave impiegherà tre giorni per giungere in acque italiane e recuperare i profughi ed assicurare loro lo sbarco nel porto di Palma, in Mallorca.

Situazione d'emergenza

La decisione del governo spagnolo è giunta in seguito all'emergenza che si è sviluppata proprio sull'imbarcazione dell'Ong. Dopo che una persona aveva tentato la mossa della disperazione, buttandosi in acqua dall'affollato pontile della Open Arms per cercare di raggiungere a nuoto la costa di Lampedusa, altri nove profughi deciso di fare lo stesso, dopo oltre venti giorni passati a oscillare sulle onde del Mediterraneo a bordo della piccola imbarcazione della ong battente bandiera spagnola. Le immagini hanno mostrato molte persone intente a nuotare verso la riva, utilizzando le forze rimaste e indossando i giubbotti di salvataggio. Immediato l'intervento della Guardia Costiera che, con le sue motovedette, hanno soccorso i migranti che, anche in virtù dei tanti giorni passati sopra coperta, non sarebbero probabilmente riusciti a coprire la distanza tra la nave e la spiaggia, circa 700 metri.

La situazione

L'ennesimo segnale di una situazione ormai ai limiti dell'insostenibilità sulla Open Arms, sul cui ponte sono rimasti in 99 (altre 8 persone sono state sbarcate nella notte per ragioni mediche, due delle quali ricoverate alcune ore in ospedale per approfondimenti) ad attendere di conoscere la propria destinazione. Nella giornata di ieri, l'equipaggio di Open Arms aveva declinato l'offerta spagnola del porto di Algeciras, in Andalusia, ritenuto troppo lontano per le condizioni dei naufraghi, richiedendo almeno sette giorni di navigazione. Per le stesse ragioni, era stata declinata anche l'offerta del governo italiano di scortare l'imbarcazione con le navi della Guardia Costiera fino ad Algeciras o Minorca (altra destinazione proposta), portando il ministro dei Trasporti, Toninelli, a ventilare la possibilità di portare i migranti in Spagna direttamente con le motovedette italiane, a patto che Madrid proceda alla rimozione della bandiera spagnola dalla Opena Arms.

Possibile soluzione

In queste ore, però, da Madrid sembra muoversi qualcosa: il quotidiano La Vanguardia, infatti, ha parlato di una possibile apertura del governo al trasferimento dei migranti per altre vie. Il presidente di Open Arms, Riccardo Gatti, aveva infatti ipotizzato la possibilità di far sbarcare le 99 persone rimaste a bordo della nave a Lampedusa per poi procedere con il trasferimento in Spagna er via aerea. Al momento non è chiaro se il governo spagnolo si riferisca a questo o ad altre soluzioni ma il ministro della Difesa, Margarita Robles, ha affermato che sarà “una soluzione adeguata dal punto di vista umanitario”. Nell'attesa, le ore a bordo di Open Arms continuano a scorrere lentamente, fra tensione e disperazione crescente.

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