Sono undici le ore che i carabinieri del Ros hanno passato nella cella di Veronica Panarello, detenuta nel carcere di Agrigento per l’omicidio del figlio Loris di 8 anni. Gli uomini dell’Arma, insieme alla Polizia di stato hanno eseguito un decreto di perquisizione informatica disposto dalla Procura di Ragusa tra ieri pomeriggio e la scorsa notte. Sono state acquisite e fatte copie “forensi” di alcuni tablet e dei contenuti di profili su social network e di email. Secondo le informazioni la donna avrebbe collaborato fornendo le password di cui era a conoscenza.
Nell’istituto penitenziario la donna non aveva nessun tipo di apparato elettronico, gli investigatori hanno portato in carcere alcuni tablet, compreso quello di Loris. Inoltre Veronica ha fornito le chiavi di accesso anche del suo profilo Facebook e ai suoi indirizzi di posta elettronica. “La mia assistita – ha spiegato il legale della donna – ha fornito un’ampia collaborazione, dire di più: a 360 gradi. Ha pianto per ore, ma ha chiesto a carabinieri e polizia di fare presto per ottenere al più presto i risultati. Visto il suo comportamento e da quello che ho visto, in attesa degli esiti delle copie forensi, non c’è alcunché di rilevante dal punto di vista investigativo”.
Durante la perquisizione informatica, che è iniziata alle 16 del pomeriggio e terminata alle 2 di notte, la donna ha più volto ribadito la sua innocenza e si è commossa in più occasioni, soprattutto quando gli uomini delle forze dell’ordine sono riusciti ad accedere al tablet del figlio e sono apparse le foto di famiglia e quelle che mostravano i festeggiamenti di alcuni compleanni.