Proseguono le indagini sull’omicidio di Emanuele Morganti, il ventenne massacrato di botte una settimana fa fuori dalla discoteca Mirò di Alatri. Gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati un’altra persona: si tratta di un uomo che era presente al momento dell’aggressione. La sua identificazione è avvenuta nelle ultime ore nel quadro degli accertamenti disposti dal procuratore di Frosinone Giuseppe De Falco. Per omicidio volontario aggravato dai futili motivi sono in carcere Mario Castagnacci e Paolo Palmisani. Quattro buttafuori ed il padre di Castagnacci sono indagati per rissa.
Il funerale di Emanuele
Un corteo di amici e parenti aveva precedentemente scortato il carro funebre dalla casa dove viveva il ragazzo al luogo di culto. Il feretro è bianco, “perché Emanuele è morto da innocente”, spiegano gli amici che indossano t-shirt bianche con al centro un cuore con la sua foto sorridente. Bianchi anche tutti i fiori e i palloncini attorno alla chiesa. Accanto alla bara, il dolore tangibile della mamma, del papà, del fratello e della sorella di Emanuele, accompagnati da alcuni parenti; intorno, il silenzio sbigottito e incredulo dei tanti, tantissimi arrivati a Tecchiena dai paesi vicini. Al suo arrivo, la bara – portata a spalla da amici e parenti in lacrime – è stata accolta da un lungo applauso. “Emanuele aveva sempre il sorriso, era solare e soprattutto era un bravo ragazzo“, ha detto una cugina della nonna di Emanuele, tra le lacrime. Una vicina lo ricorda quando era piccolo e, fino a quella maledetta nottata davanti al Mirò, era “davvero una bella persona che aiutava molto la madre che da anni combatte contro una brutta malattia”.