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OMICIDIO DEL PICCOLO LORIS: RITO ABBREVIATO E PERIZIA PSICHIATRICA PER VERONICA PANARELLO

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Abbreviato condizionato da una perizia psichiatrica: è il rito alternativo scelto da Veronica Panarello nel processo in cui è imputata di avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni. Il procedimento comincerà ufficialmente il prossimo 14 dicembre con il conferimento, durante la prima udienza, da parte del Gup di Ragusa Andrea Reale, delle consulenze, fissando i temi e i tempi della perizia. Ma a Veronica Panarello il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota davanti al Gup, alla luce delle indagini di polizia di Stato, squadra mobile e carabinieri, hanno contestato la premeditazione nell’omicidio e nell’occultamento del cadavere del figlio.

Veronica in aula è stata sempre “tranquilla e presente a se stessa e al processo”, ha detto il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, che ha ribadito di “avere condiviso” con la sua assistita “ogni scelta”. L’unico momento in cui la donna ha parlato in aula è stato per fare una spontanea dichiarazione: “Alla signora del panificio, il giorno della morte di Loris – ha sostenuto – ho chiesto ‘un panino al salame per mio figlio piccolo, lo stesso che prende Loris quando va a scuola e non che è già a scuola’”. La precisazione serve alla difesa per confutare uno dei punti sui cui si basa l’aggravante della premeditazione. Premeditazione che per la Procura è provata anche dal sopralluogo nel canalone dove porterà poi il corpo del figlio, dall’ingresso in retromarcia nel suo garage dell’auto e dalla dichiarazione successiva di suo marito, Davide Stival, che il 16 novembre scorso, ha ricostruito una telefonata ricevuta alle 09:01 del giorno della morte del piccolo: “Loris? Non l’ho visto entrare a scuola – avrebbe detto Veronica Panarello – eravamo in ritardo, ma non ti preoccupare c’era tanta gente”.

Premeditazione che l’avvocato Villardita ha contestato: “Manca il movente – ha osservato – in assenza di una causa scatenante, occorre chiedersi perche’ avrebbe agito cosi’, facendo una cosa senza senso. Ecco perché abbiamo chiesto la perizia psichiatrica”. “Il fatto di sentirsi soggetto attivo nella vicenda, per l’occultamento del cadavere del figlio – ha aggiunto – la fa sentire responsabile perché adesso ne ha avuto la consapevolezza”. “Loris è possibile che si sia messo le fascette da solo – ha osservato il penalista – bisogna vedere se è compatibile con la lesione che ha sulla parte superiore del polso. Noi abbiamo depositato una nostra consulenza”.

Tra gli atti presentati al Gup, ha rivelato l’avvocato Villardita, anche “alcune osservazioni critiche alle consulenze medico legali agli atti dell’inchiesta”. Secondo il penalista le quattro relazioni disposte dalla Procura di Ragusa “non sono completamente sovrapponibili tra loro” e “presentano delle discordanze” che il Giudice dovrà valutare. La perizia psichiatrica è stata al centro dell’udienza di oggi: il Gup non l’ha ammessa in sede preliminare, ma in quella processuale sì.

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