E'stato risolto in poche ore il rebus dell'omicidio di Carla Quattri Bossi, la novantenne trovata morta ieri in una cascina in via Pescara, all'estrema periferia di Milano. Il corpo della donna era stato trovato disteso per terra sul pavimento della sua casa nel Podere Ronchetto con le mani legate con un pezzo di stoffa e diverse ferite alla testa. A scoprire la vittima ormai esanime era stata ieri mattina la segretaria dell’attività di famiglia. Ad una prima analisi del delitto, i poliziotti della squadra mobile diretti da Marco Calì, avevano ipotizzato un omicidio per scopo di furto: nella stanza della vittima c'era un gran disordine con cassetti e ante degli armadi aperti e oggetti e vestiti lasciati per terra; inoltre, il cadavere era stato spostato dall'aggressore che lo aveva trascinato lasciando diverse impronte delle scarpe.
L'aggressore
Proprio grazie alle tante tracce lasciate, oggi c'è stato un fermo. Si tratta di uno dei dipendenti che lavorava nella cascina, un cittadino bulgaro. L'uomo fermato è accusato di omicidio su disposizione del pm di Milano Gianluca Prisco. Interrogato a lungo, nella notte avrebbe confessato l'omicidio. In più gli uomini della squadra mobile e della polizia scientifica hanno trovato nell'abitazione dell'uomo prove significative della sua colpevolezza: monili che appartenevano alla vittima, i vestiti che avrebbe indossato al momento del delitto (già in lavatrice) tracce di sangue e, non ultima, un'impronta di una scarpa compatibile con quelle presenti sulla scena del crimine. Pare che il 22enne fosse in cerca di denaro e avrebbe rubato solo 1000 euro. “Pensavo di trovare più soldi” , avrebbe detto durante l'interrogatorio. Secondo l'esame esterno del medico legale, l'omicidio sarebbe avvenuto la sera prima, il 4 gennaio, mentre la polizia scientifica ha accertato che il corpo è stato trascinato per alcuni metri, forse nel tentativo di occultare il cadavere non riuscito. Le indagini lampo sono state coordinate dal pm Prisco e dal procuratore aggiunto Laura Pedio.