“Almeno 13 migranti, tra cui tre donne e un bambino, sono annegati dopo che la barca sulla quale erano a bordo si è capovolta al largo delle coste libiche”. E’ quanto scrive sul web l‘Organizzazione internazionale per le Migrazioni (Oim) in Libia, aggiungendo che “il personale dell’Oim sta assistendo 11 sopravvissuti riportati a riva dalla Guardia costiera”.
🚨 Some 13 migrants, including three women and one child, drowned today when their boat capsized off the #Libyan coast.
IOM staff are assisting 11 survivors returned to shore by the coast guard. pic.twitter.com/foLccDLnFY
— IOM Libya (@IOM_Libya) November 10, 2020
Oim: la crisi a Sabratha
L’OIM sta fornendo assistenza di emergenza nella città costiera libica di Sabratha, dove in seguito a settimane di conflitto, almeno 4.000 migranti – molti dei quali precedentemente trattenuti nei numerosi centri e campi informali di detenzione – sono stati trasferiti in un centro nella zona di Dahman.
Sabratha, che si trova a circa 80 chilometri a ovest di Tripoli, è diventato uno dei maggiori punti di partenza per le barche di migranti che tentano il rischioso viaggio per raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo.
Il 7 ottobre, un giorno dopo il primo trasferimento di migranti nel centro nella zona di Dahman, l’OIM ha inviato un team per verificare la situazione. A fine giornata, il team ha riferito che 2.600 migranti (1.819 uomini, 704 donne e 77 bambini) erano trattenuti sul posto dal Libyan Directorate for Combatting Illegal Migration (DCIM).