Ci sarebbero almeno 40 morti su un barcone carico di migranti individuato dalla nave “Cigala Fulgosi” della Marina nel Canale di Sicilia e subito soccorso. La notizia è stata diffusa dalla stessa forza armata attraverso il suo profilo Twitter ufficiale. A bordo dell’imbarcazione, che si trovava in acque internazionali a Nord della Liba, ci sarebbero state circa 400 persone
Il comandante dell’unità Massimo Tozzi, ha fatto sapere che sono 319 i migranti tratti in salvo, di cui alcuni minori ed una decina di donne. I vittime sono nella stiva. La causa del loro decesso sarebbe stata l’inalazione dei gas di scarico, dovuta al fatto che in questo tipo di viaggi chi paga di più può restare sul ponte. “Una scena a forte impatto emptivo, c’erano diversi cadaveri immersi in acqua, combustibile ed escrementi umani”, ha detto il comandante, “questo il quadro che si e’ presentato ai nostri uomini quando sono saliti a bordo”. Il ministro degli interni Angelino Alfano ha precisato che “siamo intervenuti in soccorso, non nelle nostre acque territoriali. Abbiamo ancora una volta il merito di averne salvati 320”.
In ogni caso nel 2015 gli sbarchi, ha spiegato il responsabile del Viminale, sarebbero diminuiti di circa mille unità rispetto allo stesso periodo del 2014. E tuttavia, ha aggiunto Alfano, “la crisi libica è un vulcano accesso e attivo di fronte all’Europa. Il mondo non può più attendere. L’Italia sta pagando due volte il conto: prima quando la comunità internazionale ha fatto l’intervento in Libia; nessun giudizio sul regime di Gheddafi ma dopo la sua caduta il conto lo ha pagato sicuramente l’Italia. E poi la comunità internazionale non ha completato il suo lavoro e ha dato prove di inerzia: ed è il secondo conto che l’Italia e’ costretta a pagare