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Nuova scossa al largo di Sumba

Non smette di tremare la terra in Indonesia, dove un altro sisma di magnitudo 6.3 ha gettato nel panico la popolazione dell'Isola di Sumba. L'ipocentro della scossa, registrata alle 7:59 ora locale (l'1:59 in Italia), sarebbe stato individuato, secondo i dati diffusi dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e del servizio geologico statunitense Usgs, a circa 15 chilometri di profondità, mentre l'epicentro è stato localizzato a una trentina di chilometri a sud di Nggongi. Al momento, le autorità locali non hanno riportato la notizia di danni a cose o persone ma, certamente, il nuovo terremoto sta destando preoccupazione perché i movimenti tellurici nell'arcipelago indonesiano sembrano tutt'altro che in procinto di arrestarsi.

Una strage

Nel frattempo, sull'isola di Sulawesi sono ancora in corso le operazioni di soccorso per la popolazione locale, colpita da uno tsunami che ha devastato gran parte dell'area costiera, radendo al suolo interi villaggi e provocando, a ora, almeno 1200 vittime. Un conteggio salito esponenzialmente nelle ultime ore, dal momento che il ritiro dell'acqua ha consentito di acclerare il lavoro dei soccorritori in alcuni punti dell'isola, accrescendo vertiginosamente, e in poche ore, il numero di corpi ritrovati.

Il caso delle boe

Mentre il lavoro di uomini e mezzi prosegue fra innumerevoli difficoltà tecniche, si è già aperta la polemica sulle boe di emergenza al largo di Sulawesi, fuori uso da sei anni a quanto pare per mancanza di fondi e, per questo, non attive al momento dell'innalzamento del livello dell'acqua. Come spiegato dal portavoce dell'Agenzia nazionale per la gestione delle calamità, l'evento era prevedibile a seguito di una scossa sismica di 7.5 della Scala Richter e, alla luce di questo, il funzionamento delle boe avrebbe consentito sicuramente di mettere in allerta la popolazione e, probabilmente, di ridurre il numero delle vittime, scongiurando l'effetto sorpresa dei muri d'acqua. Il portavoce avrebbe confermato come l'ultimo controllo alle boe risalga al 2012: da lì in poi, una progressiva diminuzione dei fondi, fino ad arrivare all'interruzione del lavoro dei dispositivi di segnalazione al largo di Sulawesi.

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