Non si fermano le esecuzioni capitali in Missouri, dove un uomo di 55 anni è stato giustiziato dopo che la Corte Suprema e il governatore dello Stato, Jay Nixon, si sono rifiutati di intervenire per concedere la clemenza. L’uomo si chiamava David Zink ed la sua esecuzione è avvenuta nel penitenziario di Bonne Terre, con un’iniezione letale.
Quella di Zink, condannato alla pena capitale per aver stuprato nel 2001 una ragazza di 19 anni e poi di averla legata ad un albero ed uccisa, è la quinta condanna a morte in Missouri dall’inizio del 2015 e la diciassettesima dal novembre del 2013.
Al contrario del Missouri, in molti stati americani si sta lavorando per abolire la “morte di stato”, come in Nebraska, dove il parlamento statale ha raccolto abbastanza voti per poter fermare le esecuzioni. Il no di questo stato alla pena di morte arriva, mentre è ancora aperto il dibattito sulla morte di Paula Cooper, la teenager condannata negli anni Ottanta alla sedia elettrica e che per tre anni è stata la più giovane inquilina del “braccio della morte”, e che si è tolta la vita a Indianapolis due anni dopo essere uscita di prigione.
La nuova legge proposta dallo stato del Nebraska sostituisce la pena capitale con l’ergastolo senza sconti di pena. Molti dei repubblicani – la maggioranza che governa lo Stato – si sono decisi a votare la legge per ragioni morali, fiscali o religiose.