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Napoli, sfruttavano i connazionali clandestini: arrestati 6 bengalesi

Minacciavano i connazionali clandestini di denunciarli alle autorità e causare così la loro espulsione. Con questo stratagemma 6 bengalesi sono riusciti a mettere in piedi un’organizzazione che mirava allo sfruttamento del lavoro dei loro concittadini che erano costretti a turni massacranti, ricompensati da una paga irrisoria. per i sei accusati è scattata una misura di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Le indagini erano partite grazie ad alcune delle vittime che, arrivate allo stremo delle loro forze, hanno trovato il coraggio per rivolgersi alle autorità locali e fare la denuncia, nonostante la loro situazione di clandestini. I bengalesi che sono finiti in manette avevano messo in piedi un’organizzazione che aveva dei contatti anche in Bangladesh, nel loro paese di origine. Qui grazie a dei complici reclutavano degli operai e li convincevano a trasferirsi in Italia – dietro pagamento di 10-12 mila euro all’organizzazione – con la falsa promessa di lavori ben retribuiti.

Una volta arrivati nel Bel Paese ottenevano dei permessi di lavoro stagionale grazie alle false dichiarazioni di imprenditori agricoli che affermavano di volerli assumere per alcuni mesi. Una volta scaduto il visto temporaneo venivano sottoposti a ricatto e costretti a lavorare 13-14 ore al giorno, in condizioni di estrema precarietà ambientale, con turni massacranti e paghe irrisorie, in cambio di 300 euro al mese. Tra gli arrestati ci sono i titolari di tre opifici tessili con sede a Casandrino e Grumo Nevano, in provincia di Napoli, che sono stati sottoposti a sequestro.

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