Dopo 19 anni di oscurità quasi totale, sembra finalmente esserci una svolta nel giallo di Emanuele Scieri, il militare 26enne che, il 16 agosto del 1999, fu trovato morto nella Caserma Gamerra di Pisa, dove stava svolgendo il suo addestramento come parà della Folgore. Secondo quanto rivelato al momento dalla Procura di Pisa, una persona è finita agli arresti per la morte di Emanuele e, a quanto pare, si tratterebbe di un ex commilitone del parà, destinatario di un'accusa di concorso in omicidio per la quale sarebbe finito ai domiciliari. Un'accelerazione improvvisa anche se, in realtà, qualche passo ulteriore si era già compiuto un anno fa, quando la Procura aveva riaperto le indagini a seguito di nuovi elementi emersi grazie al lavoro della Commissione parlamentare d'inchiesta.
Nuovi sviluppi
Il nuovo dossier, aveva portato gli inquirenti ad affermare come la morte di Scieri non fosse attribuibile a un suicidio (il corpo del giovane parà era stato ritrovato ai piedi di una torre dismessa) ma a un'aggressione subita prima di precipitare nel vuoto. Un episodio che gli investigatori hanno catalogato come un probabile atto di “nonnismo” nei confronti del giovane militare appena arrivato nella Caserma: “L'indagine – ha spiegato il procuratore di Pisa, Alessandro Crini – ha consentito di perfezionare la conoscenza relativa al nonnismo: questo dato emerge anche con modalità tali da ritenere che contro Scieri ci sia stata un'aggressione da parte dei 'nonni' anche mentre era a terra”. Negli anni, sul decesso di Scleri erano state formulate le ipotesi più varie, dal gesto volontario fino addirittura a una prova di forza: piste che il lavoro della Commissione ha man mano escluso dalla lista delle possibilità.
Le dichiarazioni del Pm
Per il pm Crini, “si tratta di ipotesi indiziarie che sono suffragate anche dalle consulenze tecniche allegate alle conclusioni della commissione parlamentare d'indagine. Abbiamo ritenuto di accertare la permanenza in vita di Scieri e siamo arrivati alla conclusione che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele e per questo contestiamo l'omicidio volontario proprio perché il giovane è stato lasciato agonizzante a terra”. Ora, le indagini proseguiranno in questa direzione, per la prima vera volta da 19 anni a questa parte: “In questo momento il mio primo pensiero va alla famiglia Scieri – ha spiegato il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta -. Il Ministero della Difesa in particolare è a completa disposizione della magistratura, verso la quale nutre piena fiducia, per fare luce sull'episodio”.
La vicenda
Erano solo pochi giorni, quando il suo corpo venne rinvenuto privo di vita, che Emanuele Scieri, siracusano, prestava servizio presso la Caserma Gamerra, dove era stato inviato per concludere il Car. Laureato in Legge e con alle spalle un praticantato di sei mesi, da quel perimetro militare Emanuele non uscirà più vivo, scomparso dopo aver detto ai suoi compagni di camerata che avrebbe fatto una telefonata prima di recarsi al contrappello, al quale non avrebbe mai risposto. Il suo corpo era stato ritrovato poco dopo ai piedi della torre: allora si parlò di suicidio, 19 anni dopo i primi spiragli di un'altra verità.