Avevano sequestrato, ridotto in schiavitù e costretto a prostituirsi alcune minorenni all'interno di un campo nomadi che si trova nelle campagne foggiane. Per tale motivo, sei rom – quattro maggiorenni e due minorenni – sono stati arrestati stamattina dalla polizia di Foggia. Le vittime, tre, sono tutte ragazze minorenni, mentre i fermati sono residenti del campo rom.
L'inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e dalla Procura del tribunale dei minori di Bari. I provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione Distrettuale di Bari e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori del capoluogo pugliese nei confronti dei cittadini di etnia rom residente presso il campo nomadi di Foggia, sono stati eseguiti dagli agenti della Questura di Foggia. L'accusa, pesantissima, è quella di riduzione e mantenimento in stato di servitù, induzione e sfruttamento della prostituzione minorile e sequestro di persona.
Secondo quanto riporta il Quotidiano Italiano di bari, le ragazzine (anch'esse rumene) venivano portate nel campo rom con l’inganno, picchiate selvaggiamente e costrette a prostituirsi sulla statale dove venivano accompagnate, fornite di preservativi e controllate dai sei fermati, tutti di etnia rumena appartenenti allo stessso nucleo familiare.
La fuga
L’indagine è scaturita dopo la fuga di una minorenne, avvenuta nella notte del 3 settembre dal campo rom di Via San Severo, che era riuscita a chiedere aiuto ad alcune persone, di nazionalità italiana, che occupavano un vicino accampamento e che, allarmate, chiamavano il 118. La ragazzina, infatti, presentava evidenti segni di pecosse: poco prima, della fuga, era stata selvaggiamente pestata con calci, pugni, schiaffi e cinghiate, sferrati in ogni parte del corpo, sulla faccia, sulla pancia e dietro la schiena, nonché trascinata per i capelli per terra all’interno della baracca nella quale veniva segregata da uno dei fermati.
Le indagini svolte dalla Squadra Mobile foggiana hanno consentito di accertare l’esistenza di uno schema messo a punto dagli arrestati secondo il quale le minori, tutte appartenenti a nuclei disagiati, una volta condotte nel campo con l’inganno, venivano di fatto segregate all’interno di alcune baracche chiuse dall’esterno con una catena ed un lucchetto, picchiate continuativamente per più giorni per piegare le loro capacità di reazione e costrette a prostituirsi sotto il diretto controllo dei loro aguzzini. I fermati si trovano ristretti in stato di custodia cautelare, rispettivamente, presso il carcere di Foggia e presso il C.P.A. dell’Istituto Penale per i Minorenni di Bari.