Una vasta operazione delle forze dell’ordine italiane ha permesso di far scattare le manette ai polsi di 13 stranieri accusati di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, il trasporto di migranti avveniva attraverso l’Italia nei Paesi del Nord Europa. Gli arresti sono stati compiuti nelle province di Milano, Monza, Brescia e Venezia.
I poliziotti hanno anche sequestrato veicoli che venivano utilizzati per compiere i viaggi, ben 20 in un solo mese che hanno permesso di “spostare” circa 100 immigrati.
In base alle indagini, si è scoperto che l’attività criminale, “verticistica e piramidale”, era portata avanti da sei egiziani, tre albanesi, due romeni, un siriano e una brasiliana, tutti residenti regolari sul territorio italiano. L’inchiesta della Polizia di Stato, aperta nel 2014 dalla Procura di Monza, aveva preso il via grazie alle dichiarazioni di un egiziano che era stato avvicinato dal gruppo criminale. L’uomo aveva rifiutato di partecipare all’attività clandestina e si era rivolto alle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto.
Il capo dell’organizzazione, un egiziano di 37 anni tramite un complice in Sicilia era in contatto direttamente con gli scafisti in partenza dalle coste africane, veniva avvertito che i profughi erano in partenza per l’Italia e attivava immediatamente il gruppo. Inviava i “procacciatori” alla Stazione Centrale di Milano, dove all’epoca era allestito un punto di accoglienza per i profughi nei mezzanini della stazione, con il compito di contrattare con loro il “trasporto” verso il nord Europa. I cittadini dell’est Europa arrestati svolgevano poi le mansioni di “autisti”.