Un’altra tragedie nel Canale di Sicilia. Sono almeno 29 i migranti morti di freddo a bordo del gommone che la Guardia Costiera italiana aveva soccorso la scorsa notte. Erano stati soccorsi a circa 110 miglia dalle isole Pelagie, il mare forza 8 non ha aiutato nelle operazioni di salvataggio e si teme che il bilancio potrebbe essere ancora più tragico, infatti si sta cercando una seconda imbarcazione che era stata segnalata dalle autorità spagnole.
Non sono morti perché sono caduti in mare né perché non sapevano nuotare, ma a causa delle temperature gelide. Questa ennesima tragedia riaccende le polemiche sulla sospensione di “Mare Nostrum” e la sua conseguente sostituzione con il programma di controllo delle frontiere dell’agenzia europea Frontex. “Un orrore – così la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha descritto l’accaduto – persone morte non in un naufragio, ma per il freddo. Queste la conseguenze del dopo #MareNostrum”.
Ma ad infiammare ancora di più le polemiche è il sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini, la quale accusa l’Europa di aver abbandonato l’Italia e riprovera il Governo italiano di aver lasciato Lampedusa da sola a far fronte all’emergenza, in quanto primo approdo dei migranti. “I 366 morti di Lampedusa non sono serviti a niente, le parole del Papa non sono servite a niente, siamo tornati a prima di Mare Nostrum – ha dichiarato la Nicolini – Ecco perché è necessario intervenire davvero in maniera più strutturale e soprattutto non illudendosi che Triton possa essere la soluzione. E’ necessario sottoscrivere al più presto accordi internazionali – naturalmente con l’avallo dell’Unione Europea – con i Paesi d’origine. Trattati bilaterali in cui il governo italiano abbia un ruolo reale nella gestione dell’emergenza in modo da governare questi flussi senza farsi sopraffare. Patti con Ankara, oltre che con Egitto e Tunisia, per obbligarli a controllare il flusso delle partenze aumentando la vigilanza nei porti come è già stato chiesto senza però ottenere alcun risultato”.