Sono stati recuperati poche ore fa dalla Marina tunisina i corpi di altri 38 migranti che si trovavano a bordo dell'imbarcazione naufragata una settimana fa al largo delle coste del Paese africano. A renderlo noto è stato il responsabile della Croce Rossa nella provincia tunisina di Medenine, Mongi Slim, che ha, così, aggiornato il drammatico bilancio delle vittime del naufragio, 58 in tutto: “Un bilancio destinato ad aumentare, mentre le operazioni di ricerca continuano” ha detto Slim.
Il naufragio
Il 3 luglio a largo delle coste tunisine, non lontano dalla località di Zarzis, un'imbarcazione con almeno 80 persone è andata dispersa a seguito di un naufragio. Nelle ore susseguenti, già Alarm Phone, un call center per i migranti organizzato da una coalizione di attivisti internazionali, aveva dato via social l'allarme. Nel giro di poche ore il barcone, diretto probabilmente veros le coste italiane, è calato a picco nelle acque del Mediterraneo. Secondo il pescatore tunisino Chamseddine Marzoug, che è anche volontario della Mezzaluna rossa tunisina, il bilancio dell'incidente è stato tragico: “Solo cinque persone sono sopravvissute al naufragio, mentre oltre 80 sono disperse”, ha specificato subito dopo l'incidente. La stessa associazione Alarm Phone aveva comunicato di essere al corrente che i superstiti al naufragio erano cinque ed erano stati tratti in salvo dalle autorità tunisine per il ricovero.
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Nel tragitto verso l'ospedale, uno di loro è morto a causa delle ferite riportate: “I cinque sopravvissuti sono stati portati a Zarzis dalla Marina tunisina. Chamseddine Marzoug ci ha appena informato che uno di loro è appena morto in ospedale. Siamo scioccati da questi continui annegamenti di massa in mare. Esprimiamo le nostre sentite condoglianze a tutte le famiglie delle vittime ed esprimiamo la nostra piena solidarietà a tutti coloro che cercano la libertà” ha sottolineato l'organizzazione in una nota.
L'appello a non dimenticare
“Il cuore sanguina di fronte a queste notizie” ha commentato ad AgenSIR il direttore di In Terris, don Aldo Buonaiuto, mettendo in guardia da un “orrore quotidiano che rischia di diventare ordinario”. Parlando dei 38 corpi recuperati, il sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII ha denunciato il rischio che si arrivi all'ennesimo “numero che si perde in una somma”. Partendo da quest'amara constatazione, don Aldo Bonaiuto ha fatto appello a tutte le istituzioni affinché venga istituita la Giornata del migrante ignoto: “Credo siano migliaia e migliaia le persone senza un nome e senza un volto sepolti o dispersi negli abissi del mare o nei deserti. Persone invisibili, che non riemergeranno dall’oblio. Non possiamo dimenticarli. Nasce da qui il mio desiderio di istituire una Giornata per non dimenticare tanti e tanti sconosciuti agli uomini, non certo a Dio. Una richiesta che ho inoltrato a tutti coloro che cooperano sul fronte dell’accoglienza, dall’Onu, all’Europa, dalla Santa Sede al Governo italiano” ha detto il prelato ad AgenSIR.
È possibile firmare la petizione su www.change.org