La Procura di Teramo ha aperto un fascicolo di inchiesta per l’esplosione avvenuta venerdì al metanodotto della Snam a Mutignano, nel comune abruzzese di Pineto. La tratta interessata va dal comune di Cellino Attanasio (in provincia di Teramo) a quello di Bussi nel pescarese. Il fascicolo è nelle mani del Pm Silvia Scamurra la quale ha spiegato – al termine del sopralluogo – che l’indagine verte sui reati di incendio colposo e crollo colposo. Tutta l’area è sotto sequestro per la perizia. I rilievi sono stati effettuati dal nucleo antincendio dei Vigili del Fuoco di Roma mentre le forze dell’ordine hanno sgomberando le abitazioni limitrofe per effettuare le analisi di routine. La Procura ha rimarcato che al momento non ci sono indagati.
Le tre esplosioni sono state provocate dal cedimento di un traliccio dell’alta tensione che si è abbattuto sulla condotta del metano. Le scintille hanno poi innescato l’incendio con fiamme, alte diversi metri, visibili dall’autostrada da chilometri. Lo scoppio ha investito tre abitazioni causando il ferimento di quattro persone – tra cui un bimbo di 10 anni – ricoverate per ustioni in condizioni non gravi all’ospedale di Atri in provincia di Teramo. Verranno dimessi entro 20 giorni, fanno sapere dalla direzione sanitaria.
“Si è veramente sfiorata la tragedia” ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, Dino Pepe, accorso sul luogo. “L’Abruzzo è un territorio fragile, sempre a rischio, dal maltempo alle infrastrutture – ha rincarato Pepe – Abbiamo costruito troppo e male, ora dobbiamo smettere di consumare altro suolo, ma fare subito una legge per la protezione e il recupero del nostro territorio”. “Siamo pronti a combattere – ha concluso l’assessore – questa regione corre troppi pericoli”.