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Messicano espulso si sucida alla frontiera con gli Stati Uniti

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Tragedia alla frontiera con gli Stati Uniti, dove un cittadino messicano si è suicidato pochi minuti dopo essere stato espulso dal Paese. L’uomo si è gettato dal ponte di Tijuana che collega la periferia di San Diego con la città di frontiera del Messico. A riferirlo le autorità locali, poco dopo che era stato dato l’annuncio da parte del governo Trump di un‘accelerazione delle espulsioni che avrebbero colpito i migranti irregolari.

Il suicidio

L’uomo, un cittadino messicano, era stato espulso dagli Stati Uniti verso le 8.20 locali e ha deciso di togliersi la vita gettandosi dal ponte situato a pochi metri dalla frontiera, ha riferito il responsabile della locale sicurezza pubblica, Marco Antonio Sotomayor. Il migrante si chiamava Guadalupe Olivas Valencia, aveva 44 anni, era nato a Sinaloa, stato situato nel nord ovest del Messico, tristemente famoso per le violenze legate all’omonimo cartello del narcotraffico.

Il giro di vite sull’immigrazione

Secondo le nuove leggi sull’immigrazione clandestina diramate dall’amministrazione del presidente Trump, tutti gli irregolari – anche coloro che hanno commesso reati minori – verranno espulsi dal territorio statunitense. Inoltre, gli agenti della dogana e per l’immigrazione sono autorizzati a fermare la maggior parte delle persone che vengono intercettate e che risultino irregolari. Unica eccezione ammessa è quella per i cosiddetti “dreamers”, ossia i sognatori, ovvero per coloro che pur non avendo ancora documenti regolari, sono arrivati negli Stati Uniti quando erano ancora bambini.

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