Si stava dirigendo verso la Libia il mercantile Elhiblu 1 che, in queste ore, sarebbe stato dirottato dal gruppo di migranti che aveva salvato dalle acque del Mediterraneo, i quali avrebbero agito nel momento in cui hanno capito che le coste in lontananza (nemmeno 6 miglia) erano quelle nei pressi di Tripoli. A riferirlo è stato lo stesso ministro dell'Interno Matteo Salvini, secondo il quale i migranti avrebbero costretto il comandante e l'equipaggio a invertire la rotta e a puntare verso Malta, allontanandosi dalle coste libiche. Al momento, sempre stando a quanto riferito dal Viminale, la Guardia Costiera italiana sarebbe stata allertata in quanto sussisterebbe il timore che La Valletta decida di far passare la nave aprendo la rotta per Lampedusa.
Sull'eventualità si è espresso lo stesso Matteo Salvini: “C'è in corso un'ipotesi di dirottamento di un mercantile che stava arrivando in Libia dopo aver soccorso migranti e che invece ora sta dirigendosi a nord, verso Malta o Lampedusa. In Italia sicuramente non entrano. Non siamo più ai soccorsi, sarebbe il primo atto di pirateria in alto mare. Sappiano che l'Italia la vedranno con il cannocchiale”.
Il caso Sea Watch
Nel frattempo, però, torna a montare il caso Sea Watch che, a fine gennaio, attese 12 giorni davanti al porto di Siracusa prima di ricevere l'ok ad attraccare e sbarcare i suoi 47 migranti (15 minori) soccorsi nel Mediterraneo: secondo quanto ipotizzato dai magistrati della Procura di Roma, infatti, vi sarebbero elementi per contestare il reato di sequestro di persona e, ora, il fascicolo aperto al momento contro ignoti è stato già trasmesso ai colleghi della Procura di Siracusa. I pm siciliani dovranno esaminare il dossier e stabilire se vi siano o meno gli elementi per affidare il caso al Tribunale dei ministri di Catania.Il procedimento era stato aperto a seguito di un esposto presentato a febbraio, nel quale veniva ipotizzato il reato di omissione d'atti di ufficio. A seguito degli approfondimenti svolti su disposizione di Piazza Clodio, il caso Sea Watch è stato messo in parallelo con quello della Diciotti, risalente all'estate scorsa, inquadrando come l'ipotesi di reato più grave quella di sequestro di persona.