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Massacrata a colpi d’ascia e bruciata, la fine di una benefattrice

[cml_media_alt id='4647']donnamassacrataebruciataviva[/cml_media_alt]Genova – Il fumo si alza da una villetta, i vicini danno l’allarme. Viene ritrovato dai Carabinieri ormai bruciato il corpo di Barbara Carbone, 46 anni, in una villetta a Davagna, sulle colline genovesi. La donna è stata prima massacrata cruentemente a colpi d’ascia, poi il suo corpo è stato dato alle fiamme.

Prestava servizio di volontariato e aveva in cura diverse persone svantaggiate. Il principale sospettato è proprio una di queste, Remo Carbone (non era legato da rapporti di parentela con la donna) 53 anni affetto da problemi psichici, che ora dovrà rispondere dell’accusa di omicidio. Barbara era solita raggiungerlo nella sua abitazione, per portargli i farmaci. Il marito della vittima accorgendosi che la donna non era rientrata a casa, ha chiesto aiuto ai vicini, che recatisi davanti alla villa dell’ex muratore e vedendo il fumo uscire dall’abitazione, hanno allertato le forze dell’ordine. All’arrivo dei Carabinieri Carbone ha tentato la fuga, ma è stato fermato e portato in caserma. All’interno del casale sono state ritrovate tracce di sangue ovunque e il corpo bruciato sul materasso.

“E’ una cosa terribile – afferma una vicina di casa -. Quella donna era una benefattrice. Si occupava sempre delle persone in difficoltà, portando da mangiare e le medicine a chi non si poteva muovere”.  Alla notizia del ritrovamento del corpo il marito avrebbe avuto un malore, ricevendo i soccorsi.

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