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Maltrattamenti a scuola, come superare il trauma

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Ti do uno schiaffo, ti sbatto a terra e guai a te se ci rifai”, avrebbe detto l'insegnante ad una delle bambine dell'asilo. Insegnante che si trova ora agli arresti domiciliari. La notizia arriva da una scuola comunale di Deruta, in provincia di Perugia. Purtroppo non parliamo neanche di un episodio isolato, perché due giorni dopo, nonostante le lacrime di una delle sue vittime, continuava urlando: “Ti gonfio, ti prendo sti’ capelli, manda giù”, riferito ad una bambina che avrebbe dovuto accudire, costringendola con violenza a deglutire il pasto. Glielo spingeva giù in gola, come fosse un tubo, urlandole contro e tenendole la bocca chiusa per evitare che lo potesse sputare. Audio e immagini agghiaccianti, quelle riportate dalle indagini, fatte partire da una segnalazione da parte di alcune dipendenti di una cooperativa che opera nell'asilo, fatta al sindaco. Il primo cittadino a sua volta si è rivolto ai carabinieri, i quali hanno poi accertato le violenze, installando all'interno della scuola delle telecamere nascoste che hanno ripreso i maltrattamenti.

L'insegnante ora è agli arresti domiciliari

Per questo motivo, la maestra sui 60 anni, originaria della provincia di Roma è finita agli arresti domiciliari. A suo carico è stata eseguita un' ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip di Spoleto al termine di indagini dei carabinieri, secondo quanto scrivono i quotidiani locali. La donna, secondo quanto ricostruito, avrebbe ripetutamente aggredito, anche con minacce, due bimbe di un anno e mezzo d'età, costrette a ingoiare il cibo contro la loro volontà. “O ingoiate o ve li ficco nel naso”, avrebbe detto l'insegnante, che era anche solita mettere le due “in punizione al bagno e lasciate lì da sole” se non ubbidivano. Un vero e proprio incubo vissuto dalle minori.

Il commento della psicologa Anna Maria Giannini

Dottoressa a proposito di questo episodio, qual è il trauma che subisce un bambino vittima di queste violenze?
“Tutte le forme di maltrattamento in generale che avvengono ad opera di adulti sui minori, producono traumi molto forti con conseguenze altrettanto forti. Il bambino tende a fidarsi dell'adulto, genitore o insegnante, ma se questo adulto diventa maltrattante, il bambino costruisce un sistema di incertezza e di paura fortemente traumatizzante. Ad esempio uno degli effetti di conseguenze più negative, è quella della generalizzazione, ossia che il bambino tenderà ad avere paura di tutti gli adulti. Estenderà la paura gli altri adulti e non si fiderà più”.

Che cosa si sente di consigliare ai genitori di questi bambini, come aiutarli?
“Come prima cosa mi sento di consigliare ai genitori di osservare sempre i propri figli, perché spesso non parlano, hanno paura di non essere creduti. Per quanto riguarda il post trauma, bisogna stargli molto vicino e ricorrere all'aiuto di un esperto che possa intervenire”.

Non essendo il primo caso che ascoltiamo, c'è secondo lei un metodo che possa aiutare a prevenire questi comportamenti da parte degli insegnanti?
“Questo è molto difficile perché dipende dalla personalità, dal modo di essere, dal perché abbia scelto questo lavoro e  dall'interazione che ha con i bambini. Quello che sarebbe importante fare è proporre una formazione adeguata. Le insegnanti devono sapere di essere esposte a bambini che hanno comportamenti tipici della loro età, che può per loro risultare impegnativo. Ma coloro che reagiscono con i maltrattamenti sono a mio avviso, persone che spesso sono poco formate o non hanno verso il tipo di lavoro un atteggiamento ambivalente”.

Manuel Bartolini: