La mafia siciliana colpisce ancora. Orazio Sciortino, un ex collaboratore di giustizia, 51 anni, è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco nelle campagne di Vittoria, nel Ragusano. Il cadavere dell’uomo è stato trovato per terra, in un terreno di sua proprietà, sulla strada provinciale tra Vittoria e Santa Croce Camerina. Le indagini sono condotte dalla squadra mobile di Ragusa e dal commissariato di Vittoria.
La strage di San Basilio
Sciortino, affiliato al clan mafioso Carbonaro Dominante, con le sue dichiarazioni aveva contribuito a fare luce sulla strage di San Basilio di Vittoria del 2 gennaio 1999 in cui morirono 5 persone. Si salvò solo il barista che si nascose dietro il bancone e fu risparmiato dai sicari. Furono uccisi tre esponenti della Stidda di Vittoria, su ordine della cosca Emmanuello di Gela che voleva estendere la propria attività criminali in quel territorio, dove la presenza di Cosa Nostra era assente. La strage al bar Esso di 21 anni fa – nella quale morirono anche due innocenti avventori che si trovavano lì per caso – si inseriva nelle lotte di potere e rivalità tra il clan mafiosi.
Le condanne
Le sue dichiarazioni portarono all’arresto – dopo 14 anni di indagini concluse nel gennaio del 2013 – di mandanti ed esecutori. Vennero condannati all’ergastolo i fratelli Giovanni ed Alessandro Piscopo ed il cugino, omonimo, Alessandro Piscopo, ritenuti i mandanti; oltre che Enzo Mangione, ritenuto il basista. Trent’anni, invece, per i collaboratori di giustizia Gianluca Gammino e Carmelo Massimo Billizzi, esecutori materiali della strage. Oggi i tentacoli della mafia, che non dimentica, sono arrivati a Sciortino.